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Domande di autorizzazioni a procedere della XIII Legislatura

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DOC4-0001
DOC IV n. 1 Legisl. XIII
15-05-96 [ DOC13-4-1 DO C134 0001 13DOC4 00001 000300002 DOC4 00001 000004 000100000101000358SI1 3 0000 00 00 ]
                  DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE
             ALL'UTILIZZAZIONE DI INTERCETTAZIONI
                 DI CONVERSAZIONI TELEFONICHE
                  nei confronti del deputato
                          BERLUSCONI
 
            nell'ambito di due procedimenti penali
      (n. 1519/95 e n. 3379/95 RGNR Proc. Trib.  Brescia)
           TRASMESSA DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
                PRESSO IL TRIBUNALE DI BRESCIA
                      il 15 maggio 1996
 
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  All'onorevole Presidente
  della Camera dei Deputati
                                                          Roma
                                   Brescia, lì 15 maggio 1996.
    Ai sensi del 2^ comma dell'articolo 5 del decreto-legge
  n. 116 del 1996 (reiterato con il decreto-legge n. 254 del 10
  maggio 1996) si richiede l'autorizzazione a poter utilizzare
  le conversazioni registrate nel corso delle operazioni
  d'intercettazione eseguite nell'ambito dei procedimenti n.
  1519/95/21 e 3379/95/21 sulle utenze di cui alla
  documentazione allegata, alle quali ha preso parte un membro
  della Camera dei Deputati e precisamente l'onorevole Silvio
  Berlusconi.
      Ai sensi del comma 3^ del citato articolo si rappresenta
  che la presente richiesta viene formulata:
       1) nell'ambito del procedimento 1519/95 mod. 21 per il
  quale, dopo l'accoglimento parziale della richiesta di rinvio
  a giudizio, è stato fissato per il prossimo 23 settembre
  l'inizio del dibattimento (si allega copia del decreto di
  rinvio a giudizio);
       2) nell'ambito del procedimento 3379/95 mod. 21 pendente
  presso questo Ufficio nei confronti di Berlusconi Silvio,
  Berlusconi Paolo, Improta Umberto e D'Adamo Antonio per i
  reati di cui agli articoli 110, 294, 56, 629 comma 2 del
  codice penale in danno di Di Pietro Antonio.
      I fatti possono così essere brevemente riassunti:
      Nel corso della complessa attività di indagine svolta
  nell'ambito del procedimento penale n. 1519/95 mod. 21),
  venivano intercettate talune telefonate tra l'ingegnere
  Antonio D'Adamo e l'onorevole Silvio Berlusconi il cui tenore
  appariva strettamente connesso, da una parte, con il desiderio
  dell'onorevole Berlusconi di un intervento dell'amico che
  scoraggiasse l'ingresso in politica di Antonio Di Pietro e,
  dall'altra, con la necessità del D'Adamo a che il suo
  interlocutore lo aiutasse nella difficile situazione
  economico-finanziaria in cui si trovavano le sue aziende.  Le
  emergenze, a quel momento delle indagini preliminari, venivano
  riassunte in una richiesta d'intercettazione telefonica
  presentata dalla Digos di Brescia l'8 novembre 1995.  Nella
  suddetta informativa si precisava:
        "...a decorrere dai primi giorni del mese di settembre
  scorso, ed in particolare a far data dall'intervento del
  dottor Antonio Di Pietro al congresso di Cernobbio, dai più
  interpretato come una dichiarazione di intenti tale da far
  preludere un suo ingresso in politica, si è registrato un
  notevole fermento negli ambienti di Forza Italia, in
  particolare da parte del suo  leader  onorevole Silvio
  Berlusconi.
      Quest'ultimo, evidentemente preoccupato della discesa in
  campo dell'ex magistrato, ha avviato una serie di contatti con
  l'ingegner Antonio D'Adamo finalizzati a far desistere il
  dottor Di Pietro da tale iniziativa, ritenuta evidentemente
  pregiudizievole per gli interessi politici di forza Italia.
      Nel corso del servizio di intercettazione telefonica
  disposto dalla signoria vostra nei confronti dell'ingegner
  Antonio D'Adamo, sono emerse, anche di recente, alcune
  conversazioni ritenute utilissime per la prosecuzione di tale
  filone d'indagine, le cui trascrizioni sono state già
  trasmesse a codesta A.G., e da cui si evince come lo stesso
  D'Adamo, a fronte di un aiuto di natura finanziaria ottenuto
  dallo stesso Berlusconi per risollevare la precaria condizione
  economica in cui versano le sue imprese, si stia concretamente
  adoperando per "fermare" l'azione del dottor Di Pietro.
      Ulteriore testimonianza è data dai diversi incontri
  tenutisi nella villa di Arcore tra D'Adamo e Berlusconi,
  documentati con servizi di pedinamento, ed anche fotografici,
  effettuati da questa Digos e già inviati alla signoria
  vostra.
      Dal generale contesto investigativo appare chiaro che il
  predetto D'Adamo, per il perseguimento di detto scopo, si
  avvale dell'ausilio del dottor Umberto Improta, già Prefetto
  di Napoli, il quale, come chiaramente
 
                              Pag.3
 
  deducibile dal tenore delle telefonate dello stesso
  con l'ingegner D'Adamo, appare la persona più accreditata per
  effettuare "l'intervento risolutorio" nei confronti del dottor
  Di Pietro.
      Significative in tal senso sono le telefonate
  intercettate sull'utenza cellulare 0337/274105, in uso
  all'ingegner D'Adamo, il 18 ed il 19 settembre ultimo scorso
  nonché il 2 novembre ultimo scorso, di seguito indicate nel
  dettaglio.
      Alle ore 21.30 del 18 settembre ultimo scorso D'Adamo
  riceve una telefonata da parte di Massimo Improta, figlio di
  Umberto, i due concordano un appuntamento per l'indomani.
      Alle ore 7.55 del giorno successivo D'Adamo riceve sul
  proprio cellulare altra telefonata da parte di Massimo Improta
  che chiede di potersi incontrare al più presto.  I due
  concordano un incontro immediato in via Guido D'Arezzo 22
  presso l'abitazione del Prefetto Improta, poiché più tardi lo
  stesso D'Adamo ha un altro appuntamento in via dell'Anima,
  verosimilmente con lo stesso Berlusconi.
      Alle ore 8.55 dello stesso giorno il Prefetto Improta,
  dal telefonino di D'Adamo, chiama il dottor Antonio Di Pietro
  e, non trovandolo in casa, lascia il proprio recapito per
  essere richiamato.
      Alle ore 17.09 del decorso 2 novembre, pochi minuti dopo
  l'incontro con Silvio Berlusconi ad Arcore, Antonio D'Adamo
  riceve sul proprio telefonino una telefonata da parte di
  Umberto Improta.
      Dopo un breve saluto D'Adamo esordisce testualmente "ho
  appena parlato con...  (Berlusconi) che mi ha detto di
  salutarti caramente, sei sempre nel suo cuore... sono stato
  due ore con lui però la situazione è molto complessa, è molto
  complessa per lui, per loro, per tutti quanti... tu hai poi
  parlato con quello là?  (Di Pietro)".  Improta replica "con
  quello là... non, non, non so... non sono riuscito... perché è
  sempre bloccato il telefono, tu parli di Tonino?... mò ci
  riprovo stasera".
      Al termine della conversazione i due concordano di
  incontrarsi a Roma la settimana successiva.
      Alla luce di quanto premesso si prega la signoria vostra
  di valutare l'opportunità di richiedere l'intercettazione
  telefonica dell'utenza...".
      Questo Pubblico ministero, ricevuta la richiesta di cui
  sopra, dispose con provvedimento dell'8 novembre 1995 la
  formazione di autonomo fascicolo processuale (n. 3379/95 mod.
  21) successivamente richiedendo le intercettazioni delle
  utenze telefoniche in uso agli indagati ed alla P.O.
  (intercettazioni autorizzate dal G.I.P. di Brescia che ravvisò
  i gravi indizi dei reati di cui agli articoli 56, 629, 294 del
  codice penale).
      L'ingegner Antonio D'Adamo, interrogato, il 18 dicembre
  1995 si avvaleva della facoltà di non rispondere.
      Dovendosi ora procedere all'interrogatorio dell'onorevole
  Berlusconi appare di tutta evidenza la necessità di poter
  utilizzare, per il compimento dell'atto, le registrazioni
  delle conversazioni intrattenute dal deputato con il
  D'Adamo.
                    Il pubblico ministero
                  Fabio Salamone,  sost.
                  Silvio Bonfigli,  sost.
 
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