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| IDG770601648 | |
| 77.06.01648 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| mazzarella ferdinando
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| interpretazione di satta
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| lezione univ. palermo 21 aprile 1975
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| Riv. dir. civ., an. 23 (1977), fasc. 4, pt. 1, pag. 491-496
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d4
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| teorico-sistematico
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| formale
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| si evidenzia la novita' del pensiero di satta che pone la parte,
cioe' il soggetto, al centro dell' esperienza che andava descrivendo.
intorno al soggetto venivano unificate sia l' azione che il diritto.
successivamente il satta allargo' i suoi orizzonti si' che il
discorso ha come termini l' ordinamento ed il processo e non piu' la
legge e l' azione. secondo l' a. il senso profondo di questa scoperta
stava nel fatto che per la prima volta veniva denunciato il
"feticcio" che e' la legge. in sostanza il nucleo centrale dell'
insegnamento sattiano sembra risieda nel fatto che la "legge" e' un
rapporto tra gli uomini, un modo per gli uomini di entrare e stare in
rapporto tra loro. per il satta il processo non e' il "luogo" di
restaurazione del diritto, ma il luogo ove il diritto si manifesta
alla stregua di altri (il contratto, l' atto amministrativo, il
rapporto umano tout court). ma allora qual' e' lo specifico del
diritto? la risposta satta l' ha data recentemente ed ha affermato
che esso e' il giudizio. per l' a. il senso dell' ultimo discorso
sattiano puo' stare in cio' che al di fuori del processo quel tal
rapporto che il diritto e' appare confuso e frammisto con altri
rapporti. in altri termini. il "giudizio" e' il modo di apparire puro
del diritto, cioe' separato. con cio' il diritto e' pur sempre quella
particolare politica ed economica che si e' tradotta in diritto. in
definitiva si puo' dire che la politica del diritto che lo stato fa,
per satta, appare soltanto nel giudizio.
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| Scuola perf. dir. civile - Univ. Camerino
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