| l' a., premettendo che la delinquenza si pone come negazione della
costante aspirazione all' ordine sociale e conseguentemente
designandola, per la sua natura relativa e sociale, come
antisocialita', si propone -al di la' della pur suggestiva, ma
praticamente sterile, visuale della delinquenza-antisocialita' come
risultato dei meccanismi di devianza insiti nei processi sociali- di
rinvenire i mezzi piu' idonei a fronteggiarla. questi sono offerti,
continua l' a., dall' indirizzo della difesa sociale, il quale, sulla
base di un articolato sistema concettuale la cui nota saliente e' la
aderenza a principi razionali e antropologici, orienta verso la
scelta di un sistema di politica criminale fondato sulla prevenzione
e sulla azione di risocializzazione conseguente alla accertata
antisocialita'. l' a. rileva poi che l' inutilita' dei tradizionali
criteri repressivi e retribuzionistici, massime in confronto delle
nuove forme di criminalita', consente di affermare che i principi
della difesa sociale costituiscono la valida alternativa ai sistemi
meramente repressivi, tanto piu' che le misure di difesa sociale,
comportando una complessiva programmazione sociale in senso
preventivo, si trasfondono in un piu' penetrante intervento statuale.
| |