| Nel riorganizzare la complessa materia della riscossione dei tributi
(l. 4 ottobre 1986, n. 657, d.p.r. n. 43 del 28 gennaio 1988, d.m. 4
ottobre 1989) il legislatore ha introdotto numerose novita'
riguardanti l' istituzione del Servizio centrale di riscossione, la
regolamentazione del rapporto di concessione e le modalita' di
gestione dei servizi esattoriali. Particolare rilievo assumono i
compiti assegnati alla commissione consultiva. L' operato della
stessa incide sul decentramento territoriale del servizio, sul costo
della riscossione per l' azienda statale, sulle procedure da attivare
per conferire le concessioni e per controllarne lo svolgimento
secondo "economicita' ed efficienza". Queste ultime condizioni sono
state vagliate in funzione delle relazioni con i componenti dell'
equazione economica delle imprese esattoriali e sono stati
individuati i criteri, le informazioni e dunque le rilevazioni che
devono essere svolte affinche' la commissione in parola possa fissare
misure di compensi capaci di consentire alle imprese la realizzazione
di "percentuali non differenziate di utili". Allo scopo sono
segnalate le difficolta' insite nella individuazione degli "ambiti"
territoriali e le conseguenze della loro delimitazione sull'
equilibrio economico dell' impresa esattoriale. L' illustrazione,
poi, degli obblighi informativi e contabili posti a carico delle
concessionarie, ha posto in luce la necessita' di procedere ad un
riesame del complesso normativo. Sono stati individuati gli strumenti
contabili ed extracontabili (piano unificato dei conti, struttura
obbligatoria di bilancio, rendiconto dei "cash-flows", prospetti di
raccordo, esiti delle procedure, ecc.) che, composti in un organico
sistema, sono in grado di trasferire agli organi di controllo, agli
organi consultivi ed alla collettivita' informazioni univoche, chiare
ed immediate, utili ai giudizi di economicita' e di efficienza.
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