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209711
IDG940902042
94.09.02042 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Giarda Angelo
Un legislatore distratto, il diritto vivente e un' interpretazione autentica in materia di impugnazione
Nota a C. Cost. 26 luglio 1993, n. 364
Riv. it. dir. proc. pen., an. 36 (1993), fasc. 3, pag. 1138-1140
D6312
La Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimita' dell' art. 544 comma 2 c.p.p., ha fornito, incidentalmente, avallo autorevole all' interpretazione relativa al coordinamento tra la previsione di cui allo stesso art. 544 comma 2 e quella di cui all' art. 548 comma 2 c.p.p., risolvendo un problema ermeneutico ed interpretativo in materia di individuazione del dies a quo fissato per le impugnazioni a pena di inammissibilita' che il legislatore aveva creato con il d.l. 60/1991, convertito in l. 133/1991. L' A. ritiene che, sul piano dei principi, sia pericoloso e non in linea con i valori del diritto processuale penale abbandonare agli aggiustamenti giurisprudenziali scelte tecniche che poggiano sul principio di tassativita' e di legalita' e che implicano, pertanto, l' intervento espresso dal legislatore.
d.l. 1 marzo 1991, n. 60 l. 22 aprile 1991, n. 133 art. 544 comma 2 c.p.p. art. 548 comma 2 c.p.p.
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