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| IDG940902051 | |
| 94.09.02051 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Tanda Paolo
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| Reato continuato e concorso di reati puniti con pene eterogenee
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| Nota a Cass. sez. un. pen. 27 marzo 1992
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| , an. 4 (1992), fasc. 3, pag. 421-423
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| D5014; D5034; D51128
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| La sentenza annotata consente all' A. di analizzare l' istituto del
reato continuato, dalle origini all'attuale disciplina dell' art. 81
comma 2 c.p. In particolare viene esaminato il problema relativo al
concetto di violazione piu' grave e quello della determinazione della
pena in caso di concorso di reati puniti con pene eterogenee. Secondo
le sezioni unite, anche nel caso in cui la contravvenzione e' punita
con pena quantitativamente maggiore rispetto a quella prevista per il
delitto, deve ritenersi "violazione piu' grave" quella costituente
delitto. Secondo l' A., questa soluzione non sembra risolvere tutti i
contrasti. Ad esempio si potrebbe verificare una disparita' di
trattamento tra chi abbia commesso il solo reato di cui all' art. 20
lett. c l. 47/1985 e chi ne abbia commessi in aggiunta altri (ad
esempio, violazione di sigilli) da riunire sotto il vincolo della
continuazione. Nel secondo caso la sanzione da irrogare sarebbe
minore rispetto al primo in cui sussiste un' unica fattispecie
criminosa. Non solo, ma nell' ipotesi di "patteggiamento", nel primo
caso, meno grave rispetto al secondo, non potrebbe farsi luogo alla
sospensione condizionale della pena.
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| art. 20 lett. c l. 28 febbraio 1985, n. 47
art. 76 c.p.
art. 81 c.p.
art. 349 c.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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