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210112
IDG940602443
94.06.02443 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Spitzer Jean-Pierre
Essai d' analyse critique de la politique de la concurrence
(Un' analisi critica di politica della concorrenza)
Relazione al convegno organizzato dall' U.A.E. (Unione Avvocati Europei) e dalla Associazione italiana contro la concorrenza sleale sul tema: "Antitrust tra diritto nazionale e diritto comunitario", Treviso, ottobre 1992
Riv. dir. ind., an. 42 (1993), fasc. 3-4, pt. 1, pag. 358-373
D3113; D8716
L' intervento esamina in maniera critica il piu' recente orientamento della Direzione Generale della Concorrenza. L' A. non discute la correttezza formale dell' applicazione della normativa comunitaria in materia di concorrenza, ma la filosofia generale di questi testi e della loro applicazione. Prima di passare all' esame di alcuni casi oggetto delle decisioni della Commissione, viene rapidamente richiamato il sistema di norme in tema di concorrenza con cui gli operatori economici ed, in particolare, le imprese devono confrontarsi. L' oggetto della relazione e' di proporre alcune riflessioni intorno a due punti principali: il doppio grado (nazionale e comunitario) di norme regolatrici della concorrenza puo' ritenersi ancora giustificato dopo il primo gennaio 1993?; la rigorosa applicazione di un diritto della concorrenza orientato solo verso la difesa del consumatore non porta a degli effetti perversi che vanno a ritorcersi contro lo stesso consumatore, se non si inquadra in un sistema di politica della concorrenza che tenga anche conto di considerazioni di politica industriale e commerciale e delle esigenze del servizio pubblico? Quanto al primo punto, l' A. ritiene che il doppio grado di legislazione generi una complessita' che disorienta gli operatori economici e che pare sempre meno giustificato mantenere. Quanto al secondo degli interrogativi che la relazione propone, si riscontra, nell' applicazione da parte della Commissione delle norme sulle concentrazioni , un rigore che non tiene in considerazione ne' esigenze di politica commerciale e industriale ne' altri aspetti di interesse generale. A questo punto, conclude l' A., conviene chiedersi se all' interno del Mercato Unico un diritto della concorrenza autonomo basato su di un puro bilancio concorrenziale possa essere mantenuto; ed inoltre, se sia possibile rifiutare di prendere in considerazione anche esigenze di politica economica e dettate da interessi generali. L' Europa di Maastricht non puo' ridursi a un semplice mercato di consumatori. Bisogna percio' muoversi verso la costruzione di una politica della concorrenza che permetta, reprimendo gli abusi sul piano interno, l' affermarsi di imprese efficienti e al servizio di tutti i cittadini europei.
art. 85 Tr. CEE
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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