| 210172 | |
| IDG940902503 | |
| 94.09.02503 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| De Stefano Gianlorenzo
| |
| Reato continuato e criteri per la determinazione della pena ai fini
della custodia cautelare
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Nota a Cass. sez. VI pen. 20 agosto 1992
| |
| Cass. pen., an. 34 (1994), fasc. 2, pag. 351-356
| |
| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
| |
| D5014; D5035; D6113
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Secondo la massima della sentenza in commento "la valutazione
unitaria della pena inflitta per il reato continuato importa che la
pena sofferta durante la custodia cautelare per un periodo pari (o
superiore) a quella inflitta con condanna (non definitiva) per un
reato satellite, non puo' essere dichiarata completamente scontata ai
sensi dell' art. 300 comma 4 c.p.p.". L' A. ritiene che il rapporto
custodia cautelare-reato continuato non possa essere risolto in base
alla presenza o meno di altri titoli detentivi, ma richieda una
riflessione sulle norme che lo richiamano e, principalmente, sull'
art. 278 c.p.p., che lo disciplina in ordine all' applicazione delle
misure nel senso della determinazione autonoma della pena per i
singoli episodi della continuazione.
| |
| art. 81 c.p.p.
art. 278 c.p.p.
art. 300 c.p.p.
art. 303 c.p.p.
| |
| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
| |