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52154
IDG881301908
88.13.01908 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Dallera Giuseppe
Dalla manomorta alla moderna patrimoniale
Opinione, an. 12 (1988), fasc. 18 (17 maggio), pag. 27-41
(testo con illustrazioni)
D2; D22
(Sommario: L' imposta sul patrimonio nasce prima di quella sul reddito. Possiamo rinvenirne qualche traccia nella classica Grecia e nell' antica Roma; si diffuse in epoca medievale; ritorno' di moda tra i due secoli. Dopo la meta' degli anni '50 trova applicazione nei maggiori paesi europei e anche la Comunita' economica caldeggia un progetto di imposta sul patrimonio. Ma inutilmente. Negli Usa la proposta incontra avversioni. Il Rapporto Meade del 1978 immagina l' imposta patrimoniale a complemento di un' imposta sulla spesa. Luigi Einaudi che partecipo' ai lavori della commissione Meda, contribui' ad enunciare il progetto per l' unificazione delle varie imposte reali sul reddito, in un' unica imposta con caratteristiche di personalita'. Nel dopoguerra abbondarono le discussioni sull' introduzione della patrimoniale e si fece qualche tentativo concreto che forni' risultati efficienti. Ma, forse per questa ragione, vennero abbandonati. Il dibattito odierno prevede due gruppi di proposte: da un lato le imposte speciali degli enti locali sui patrimoni immobiliari, dall' altro imposizioni, nella forma di tasse o tributi locali, commisurate a valori immobiliari. Con alcune delle proposte contenute nel libro bianco del 1980 si riscopriva il principio del beneficio a livello locale chiamando a pagare chi si avvantaggia dei servizi e delle infrastrutture. La specialita' dell' imposta va contestata perche' regressiva, sia rispetto al reddito che al patrimonio; ne' la regressivita' puo' essere attenuata immaginando larghe esenzioni, come quelle proposte. Diversi studiosi di estrazione liberale hanno manifestato interesse per un' imposta ordinaria, generale, e reale sul patrimonio, soprattutto perche' costituisce un incentivo all' uso migliore dei patrimoni. La base impositiva dovrebbe comprendere sia il capitale fisico che quello finanziario, individuando sistemi di incentivazione a dichiarare valori quanto piu' prossimi a quelli di mercato, e rinunciando al catasto)
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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