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| IDG861302764 | |
| 86.13.02764 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Guicciardi Luigi
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| Obbiettivo. Meglio un pentito di uno che "non sa"
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| Giornale, an. 13 (1986), fasc. 130 (4 giugno), pag. 5
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| D50126; D5101; F4252; D51310
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| L' A. affronta il problema dei c.d. "pentiti", osservando in primo
luogo che il termine e' certo poco appropriato per gli appartenenti
alla criminalita' comune, mentre e' piu' attinente alla realta' nel
caso di ex terroristi. Ricorda che la legge non prevede particolari
favori per i "pentiti" della criminalita' comune, ed e' quindi
ingiusto dire che sia oggi favorita una "cultura del pentitismo".
Bisogna comunque stare attenti a non avere un atteggiamento
eccessivamente critico verso chi collabora con la giustizia, perche'
in questo modo si rischia di favorire il dilagare della "cultura
dell' omerta'". L' A. conclude che non bisogna rifiutare
aprioristicamente l' attendibilita' dei "pentiti", ma bisogna saper
trovare in altre prove il riscontro delle loro dichiarazioni.
(Titolo: 1 col / Testo: 0.6 col).
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| l. 6 febbraio 1980, n. 15
l. 29 maggio 1982, n. 304
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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