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Documento


43110
IDG861302783
86.13.02783 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Tito Michele
Criminalita' organizzata e certezza del diritto
Giorno, an. 31 (1986), fasc. 134 (8 giugno), pag. 1
D635; D422; F428; D68; D51310
L' A. segnala che ha suscitato notevole scalpore l' interrogazione rivolta al ministro di Grazia e Giustizia da alcuni senatori comunisti in seguito all' annullamento, da parte della Corte di Cassazione, della I sentenza di condanna degli assassini del giudice Chinnici. Qualcuno ha infatti sostenuto che in questo modo si alimentano ingiustamente i sospetti nei riguardi della Cassazione; i comunisti potevano forse percorrere altre strade, ma e' un dato di fatto che spesso la Cassazione annulla le sentenze di condanna emesse dalle Corti d' Appello. Le spiegazioni di questo fenomeno possono essere diverse: i giudici d' Appello e di primo grado commettono troppi errori, i giudici di Cassazione vedono gli errori anche dove non ci sono, i meccanismi processuali rendono impossibile evitare errori; la conseguenza e' comunque la stessa: i grandi criminali sono favoriti e i processi piu' importanti troppo spesso devono essere rifatti. L' A. avverte che le sentenze contraddittorie sono senz' altro troppe, e cio' non aiuta la certezza del diritto, ma i criminali. L' A. conclude invitando giuristi e uomini politici a non perdersi in inutili dibattiti scandalistici, ma ad occuparsi seriamente di promuovere le riforme necessarie ad evitare che i grandi criminali possano regolarmente farla franca. (Titolo: 3 col / Testo: 1 col).
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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