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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


117985
STA0730-0415
Somm. e Sten. d'Aula n. 730 del 31 maggio 2000 (STA13-730)
(suddiviso in 568 Unità Documento)
Unità Documento n.415 (che inizia a pag.64 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.27)
SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378, C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945, C4931, C5541. ...(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 332) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378, C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945, C4931, C5541. ...(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 332)
TIZIANA VALPIANA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LORENZO ACQUARONE
ZZSTA ZZRES ZZSTA310500 ZZSTA000531 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA730 ZZ13 ZZDI ZZLL
    TIZIANA VALPIANA.  Presidente, penso che una dichiarazione
  di voto dopo due anni di dibattiti quasi quotidiani in
  Commissione e in aula, ma soprattutto nei partiti e nel
  sociale, rischi di essere un passaggio meramente formale,
  perché ormai le posizioni sono ben chiare e ben definite e le
  argomentazioni di ciascuno di noi sono state ribadite più
  volte.
     Credo che la posizione contraria a questo testo da parte
  di Rifondazione comunista non sia sfuggita a nessuno, ma prima
  di addentrarmi nelle motivazioni che ci spingono ad esprimere
  voto contrario,
 
                              Pag. 65
 
  ritengo doverosi i ringraziamenti alla relatrice Signorino,
  il cui impegno oso definire eroico.  Credo che, se abbiamo
  parlato per centodieci anni di legge Crispi, forse nei
  prossimi centodieci anni qualcuno parlerà di legge Signorino.
  Vorrei anche ribadire il comportamento attento della ministra
  su questa proposta di legge durante tutto il suo iter; anche
  se dovrebbe essere dato per scontato l'impegno di un ministro
  nell'approvazione di un provvedimento, in realtà non sempre è
  così.
     Credo anche che vadano riconosciuti lo sforzo ed il lavoro
  di tutti, indistintamente, i membri del Comitato ristretto che
  hanno lavorato ad un progetto grande ed ambizioso, che avrebbe
  avuto, a nostro avviso, tutte le potenzialità per ridisegnare
  il ruolo e la gestione del sistema dei servizi sociali nel
  nostro paese.  Tale progetto, però, per una serie di ragioni
  che cercherò di elencare, non riesce ad ottenere il risultato
  che si prefiggeva e, soprattutto, io credo non ribadisca con
  forza che la dimensione privata dei progetti sociali che
  incide poi direttamente sulla definizione dei rapporti sociali
  e tra i generi è un problema squisitamente pubblico.
     Secondo noi questo testo allarga l'ambito degli interventi
  senza invece aumentare a sufficienza le risorse complessive
  investite per garantirli e nega così, di fatto, il principio
  di universalità dei diritti sociali fondamentali.
     L'altro aspetto che non ci convince è che vengono
  orientate le priorità su misure minime aleatorie di
  integrazione del reddito - pensiamo al reddito minimo di
  inserimento, mentre Rifondazione comunista ribadisce il
  concetto di salario sociale - e su interventi marginali di
  contrasto alla povertà.  Quello che ci trova maggiormente
  discordi è che vengano, di fatto, dismessi molti servizi
  pubblici, privatizzando la maggior parte dei servizi sociali
  alla persona.
     Il testo che oggi viene sottoposto al nostro voto, secondo
  noi, rinuncia definitivamente alla funzione redistributiva
  dello Stato e credo che questo aspetto sia venuto via via
  aggravandosi durante il percorso per realizzare un sistema
  ispirato al principio della sussidiarietà che individua un
  vero e proprio mercato del lavoro, con tutto il corollario (mi
  riferisco, per esempio, ai buoni-servizi, che rappresentano
  una misura che non possiamo assolutamente condividere).
     In questo modo il testo al nostro esame contribuirà,
  delegando la gestione dei servizi al privato, a dissolvere la
  carica realmente innovativa e di alternativa al mercato con
  cui le realtà del terzo settore si erano presentate nel
  sociale per ridurle ad un'imprenditoria sociale, cioè ad
  imprese che offrono servizi a basso costo, a tutto vantaggio
  del mercato e, molto spesso, a spese dei soci lavoratori oltre
  che degli utenti.
     L'aspetto che ci trova più fortemente critici è che in
  questa proposta di legge non viene definito un quadro di
  diritto all'assistenza sociale: non si definiscono diritti
  certi ed esigibili su tutto il territorio nazionale, mentre la
  nostra proposta di legge e tutti gli emendamenti che avevamo
  presentato andavano proprio nel senso di definire l'assistenza
  sociale come diritto socialmente esigibile.  Allo stesso modo
  le attività di assistenza non vengono definite obbligatorie
  per legge, non si individuano gli organi di governo obbligati
  a garantire tali prestazioni né i destinatari delle attività
  stesse.  Il testo, di fatto, rimanda a piani sociali nazionali,
  a piani di zona l'indicazione dei livelli essenziali delle
  prestazioni, dei criteri e delle priorità, delle linee guida a
  cui si ispirerà il sistema, ribadendo in questo modo che
  l'assistenza non è un diritto, ma una prestazione
  discrezionale, definita sulla base delle compatibilità
  economiche.
     In più - questo è stato ribadito molte volte - vengono
  rilasciate ampie e plurime deleghe al Governo su aspetti
  primari: penso, per esempio, al riordino degli assegni e delle
  indennità per invalidità civile; penso alle IPAB, di cui
  abbiamo ampiamente parlato questa mattina; penso all'articolo
  16 che ribadendo, ancora una volta, l'importante ruolo della
  famiglia nel tappare i buchi della mancanza
 
                              Pag. 66
 
  dei servizi conferma - ahinoi - un ruolo della donna che
  pensavamo del tutto superato.
     Rifondazione comunista riteneva indispensabile - lo si
  capisce bene da quanto ho detto finora - che fossero
  individuati i soggetti che hanno diritto alle provvidenze, che
  fossero definite precisamente le responsabilità pubbliche
  nella programmazione, nella gestione e nell'organizzazione dei
  servizi obbligatori garantiti, che fosse definito il rapporto
  tra i soggetti pubblici che devono rimanere titolari della
  funzione ed i soggetti privati che gestiscono i servizi
  sociali alla persona attraverso l'individuazione di requisiti
  essenziali, inderogabili e validi su tutto il territorio
  nazionale.
     Ci sembra, inoltre, assolutamente insufficiente il
  riconoscimento del ruolo di promozione svolto dai cittadini e
  dalle loro organizzazioni nei confronti degli enti pubblici
  titolari della responsabilità di garantire il diritto
  all'assistenza.
     In questa legge viene ribadito il merito della
  concertazione, che viene esteso anche ai servizi, con il
  risultato di imbrigliare il conflitto sociale, coinvolgendo
  organizzazioni sindacali, terzo settore e utenti nella
  programmazione e gestione dei servizi.  In questo modo,
  sicuramente, verranno attutiti il dibattito ed i diritti.
     Il nostro voto contrario - cerco di riassumere - deriva
  dal fatto che il testo licenziato è esattamente il contrario
  della proposta di Rifondazione comunista di  welfare
  territoriale, nella quale proponevamo che le autonomie
  territoriali fossero il centro di autogoverno politico del
  territorio e che le forme di autorganizzazione sociale
  arricchissero e non sostituissero il sistema pubblico.  Secondo
  noi, invece, in questo testo lo Stato dismette la sua funzione
  sociale ed il forte ruolo nella ridistribuzione della
  ricchezza, delegando eccessivamente funzioni che dovrebbero
  essere proprie.
     Detto questo, considerato che le nostre proposte e i
  nostri emendamenti sono stati in larga parte respinti, il
  nostro voto contrario appare scontato.  Tuttavia, proprio per
  ribadire la nostra volontà di migliorare e di lavorare
  fattivamente su questo provvedimento, siccome esso dovrà
  essere esaminato dal Senato, che ha tutto il diritto, ancora
  una volta, di affrontare questi temi con un dibattito serio ed
  approfondito (pensiamo che tale provvedimento non possa essere
  approvato entro la fine dell'anno), annuncio che Rifondazione
  comunista sta predisponendo e presenterà tra qualche giorno
  una proposta di legge, avanzata dalle regioni, consistente in
  un articolo unico, affinché il fondo nazionale per le
  politiche sociali per l'anno 2000 venga ripartito tra le
  regioni in modo da assicurare la prosecuzione, anche nel
  momento di "vacanza" del testo in esame, dell'attività in atto
  e delle prestazioni previste dalle leggi vigenti.  Considerata
  la poca fortuna che i nostri emendamenti hanno avuto durante
  questi due anni di discussione, mi auguro che almeno tale
  proposta di legge che salvaguarda gli stanziamenti di
  quest'anno venga approvata  (Applausi dei deputati del
  gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti).
 
DATA=000531 FASCID=STA13-730 TIPOSTA=STA LEGISL=13 NCOMM= SEDE= NSTA=0730 TOTPAG=0185 TOTDOC=0568 NDOC=0415 TIPDOC=O DOCTIT=0027 COMM= DI PAGINIZ=0082 RIGINIZ=065 PAGFIN=0084 RIGFIN=057 UPAG=NO PAGEIN=64 PAGEFIN=66 SORTRES=0005313 SORTDDL= FASCIDC=13STA 00730 SORTNAV=5³005312 00730 200000 ZZSTA730 NDOC0415 TIPDOCO DOCTIT0027 NDOC0027



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