| VITO LECCESE, Relatore. L'accordo di cui discutiamo
quest'oggi riguarda la cooperazione culturale, scientifica e
tecnologica tra il nostro paese e la Tunisia. Come lei
ricordava leggendo il titolo del provvedimento, signor
Presidente, l'accordo è stato firmato a Roma il 29 maggio del
1997.
Questo accordo si inserisce in un quadro più generale di
potenziamento dell'azione culturale che, in particolar modo
negli ultimi tempi, il Ministero degli affari esteri sta
promuovendo. Si inserisce anche in un quadro, per così dire,
più politico sotto l'aspetto dei rapporti tra l'Italia e i
paesi della sponda sud del Mediterraneo. Esso assume una
rilevanza specifica anche in funzione delle politiche di
partnerariato euromediterraneo che hanno avuto un notevole
impulso con la conferenza di Barcellona del 1995, all'interno
delle quali l'Italia dovrebbe svolgere una funzione leader.
L'accordo, che aggiorna il precedente firmato a Roma il 17
settembre del 1981, riguarda un paese di cruciale importanza
in una zona dell'Africa settentrionale interessante per
l'Italia, non solo per gli aspetti che riguardano la
cooperazione culturale ma anche per quanto riguarda la
cooperazione di tipo politico, economico e commerciale.
L'accordo testimonia anche lo speciale interesse del
nostro paese verso l'intera Africa settentrionale ove la
Tunisia rappresenta un importante punto di riferimento.
L'Italia è, infatti, molto attenta a promuovere e a favorire
tutti gli interventi che possano garantire stabilità a
quell'area ed è interessata a cooperare con quei paesi che
possono dare un contributo prezioso su questo argomento,
soprattutto se si pensa alle grandi situazioni di crisi che
ancora caratterizzano l'Africa maghrebina dal Sahara
occidentale alla situazione interna algerina, fino alla
difficile situazione e alle sanzioni cui è sottoposta la
Libia. Parallelamente, la Tunisia continua a guardare
all'Italia come ad un partner privilegiato fra i paesi
dell'Unione europea. A ciò contribuisce oltre che l'evidente
vicinanza geografica, anche
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la volontà tunisina di limitare quella che potrebbe essere
percepita come una sorta di dipendenza dalla Francia.
Le relazioni bilaterali tra la Tunisia ed il nostro paese
non sono caratterizzate da un punto di vista politico da
rilevanti controversie, con l'eccezione legata ai frequenti
sequestri di pescherecci italiani da parte della marina
tunisina e, più in generale, al problema della delimitazione
della frontiera marittima tra i due paesi.
Il negoziato che ha prodotto l'accordo al nostro esame è
stato condotto in modo forte dall'Italia soprattutto per le
ragioni che ho esposto prima, essendo l'Italia interessata a
promuovere con i paesi richiamati accordi di cooperazione
anche in campo culturale.
La cooperazione scientifica e tecnologica, pur non
prevista nell'ambito del vecchio accordo culturale, si svolge
soprattutto attraverso lo scambio di ricercatori e la
partecipazione a seminari e congressi scientifici volti alla
concretizzazione di progetti di ricerca comuni.
Sono in atto accordi diretti tra alcune università
italiane e tunisine perché vi sia appunto questo scambio di
ricercatori. Il nuovo accordo, peraltro, a differenza del
precedente, copre anche il settore scientifico e tecnologico
che, quando quell'accordo entrerà in vigore, riceverà un
notevole impulso.
Anche gli scambi socio-culturali, sul piano dei rapporti
tra giovani, fino ad oggi gestiti attraverso iniziative
promosse da enti ed associazioni dei due paesi, rientrano
nell'ambito di attività previste da questo accordo. Vorrei
ricordare a tutti che a Tunisi esiste un istituto di cultura
che organizza corsi di lingua, funziona dal 1963, ha circa 150
studenti l'anno ed organizza corsi di pittura italiana oltre
alle ordinarie manifestazioni culturali.
Nel 1993 l'istituto si è trasferito in una sede più ampia
e più funzionale. L'insegnamento della lingua italiana viene
impartito in due facoltà dell'università di Tunisi e presso 70
licei distribuiti in tutte le aree del paese. Un lettore
italiano inviato dal Ministero degli affari esteri insegna
presso l'università di Tunisi. Insomma, le potenzialità di
diffusione della lingua italiana in Tunisia sono notevolissime
per le affinità che legano i due paesi, per il vivace
interscambio commerciale e per l'influenza, ormai trentennale,
della televisione italiana. Ultimamente, tuttavia, le
trasmissioni sono state interrotte e le autorità tunisine ne
hanno chiesto in modo pressante il ripristino. Si auspica
pertanto che da parte delle autorità italiane tale ripristino
avvenga al più presto.
Tra i diversi settori di intervento previsti
nell'articolato dell'accordo vi è quello prioritario degli
interventi a tutela del patrimonio archeologico, artistico e
del paesaggio. Questo settore viene incoraggiato attraverso la
cooperazione nei settori della conservazione, della
salvaguardia, della valorizzazione, del ripristino,
dell'utilizzo e del supporto di tutti quegli strumenti, anche
di tipo informativo, che possono servire a questo scopo.
Lo strumento principale per tale collaborazione è
costituito dallo scambio di informazioni, esperienze,
pubblicazioni e visite di esperti.
La cooperazione nel campo archeologico e della
conservazione dei monumenti è stata particolarmente richiesta
sia dalle autorità tunisine che dalle istituzioni italiane. A
tale riguardo, infatti, nel 1993 a Tunisi è stato costituito
l'Istituto italo-tunisino di scienze e tecnologia per il
patrimonio culturale, sulla base di un accordo tra il centro
di ricerche archeologiche e scavi di Torino e l'Istituto
nazionale del patrimonio tunisino. Tale istituto si propone di
promuovere la formazione in loco di esperti in campo
archeologico e la diffusione delle scienze e delle tecniche
applicate alla salvaguardia del patrimonio culturale. Per
grandi linee, sono questi i contenuti dell'accordo; esso è
stato già approvato dal Senato e ha ottenuto un largo consenso
in Commissione affari esteri. Chiediamo all'Assemblea di
autorizzarne la ratifica al più presto.
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