| La Commissione prosegue l'esame da ultimo rinviato il 25
ottobre 2000.
Silvana DAMERI (SDU), relatore sui capi I e II,
ricorda che il testo adottato dalla Commissione è il frutto
degli approfondimenti resi possibili dalle audizioni e dal
dibattito svoltosi in sede di Comitato ristretto.
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Il capo I, dopo aver individuato le finalità generali,
richiama i compiti affidati alle regioni, cui è demandata la
definizione dei modelli organizzativi per realizzare gli
obiettivi della legge, nel rispetto della loro autonomia. Una
legge nazionale è necessaria per assicurare un'adeguata
omogeneità dell'assistenza al parto su tutto il territorio
nazionale.
Il capo II è specificamente dedicato ai diritti della
partoriente e alla promozione del parto fisiologico. Tra le
finalità generali dell'intervento, individuate dall'articolo
3, ricorda in particolare quelle di soddisfare i bisogni di
benessere della donna e del bambino, favorire la libertà di
scelta circa i luoghi e i modi del parto e assicurare al
neonato la continuità dell'apporto psico-affettivo con la
madre. Quest'ultimo è, a suo avviso, uno dei punti
fondamentali del provvedimento.
L'articolo 4 individua le modalità e gli strumenti
organizzativi relativi all'assistenza che deve essere
assicurata prima, durante e dopo la nascita, mentre l'articolo
5 definisce il concetto di parto fisiologico e le condizioni
in cui esso deve avvenire.
I successivi articoli individuano i luoghi per il parto
fisiologico, che deve poter avvenire sia all'interno di
strutture ospedaliere appositamente attrezzate, sia in case di
maternità, sia, infine, a domicilio. In ogni caso, devono
essere assicurate la sicurezza e l'umanizzazione dell'evento.
Si connettono al problema della sicurezza anche le norme
dell'articolo 8, che disciplinano il servizio di trasporto
della madre e del neonato verso le strutture ospedaliere ad
esse collegate ai sensi dell'articolo 11.
L'articolo 12 individua appositi meccanismi per
incentivare la realizzazione delle strutture per il parto
fisiologico, mentre l'articolo 13 specifica più
dettagliatamente i compiti delle regioni. Uno dei punti nodali
del provvedimento è poi l'articolo 14, che prevede una serie
di interventi per la riqualificazione del personale addetto
all'assistenza al parto. Infine, l'articolo 15 individua
strumenti di informazione e monitoraggio per assicurare la
piena attuazione della legge.
Concludendo, sottolinea che il testo fin qui elaborato
rimane forse troppo dettagliato, ed auspica che si possa
giungere ad una sua semplificazione, anche per garantire il
pieno rispetto delle prerogative regionali. Rimane peraltro
convinta della assoluta necessità di un intervento legislativo
nazionale.
Francesco Paolo LUCCHESE (misto-CCD), relatore sul
capo III, ricollegandosi alle considerazioni da ultimo
svolte dal deputato Dameri, sottolinea che la normativa
regionale vigente non assicura le necessarie condizioni di
omogeneità nell'assistenza alla partoriente e al neonato, e
che d'altronde gli obiettivi individuati a livello nazionale
dagli appositi strumenti regolamentari non sono sempre
puntualmente ripresi dai corrispondenti programmi regionali.
Per queste ragioni è a suo avviso necessario un intervento
legislativo che individui gli obiettivi e i requisiti
essenziali da rispettare su tutto il territorio nazionale.
Con riferimento alle norme previste dal capo III, relativo
alla salvaguardia della salute del neonato, segnala in primo
luogo che viene assicurata ad ogni neonato la compilazione di
una cartella clinica personale. Ci si propone in tal modo di
garantire al neonato una piena tutela come persona
autonoma.
L'articolo 17 individua i diversi livelli di cura che
devono essere assicurati ai neonati in relazione alle loro
condizioni di salute, nonché il numero di posti letto di cui
le corrispondenti strutture devono garantire la disponibilità.
E' demandata alle regioni l'individuazione dei bacini di
utenza che devono essere serviti dalle strutture dei diversi
livelli.
L'articolo 18 individua le figure professionali che devono
essere presenti in sala parto, tra cui è compreso un pediatra
neonatologo, e prevede specifici percorsi formativi per tali
figure. Nell'ambito della sala parto deve essere inoltre
predisposto
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una zona per le prime cure di un eventuale intervento
rianimatorio su un neonato.
Ulteriori disposizioni sono dettate in relazione ai
controlli postnatali, alle misure per assicurare il rapporto
tra la madre ed il neonato in caso di temporaneo distacco per
esigenze di cura, e gli strumenti per la continuità delle cure
al neonato dopo la dimissione dall'ospedale. L'articolo 23
prevede poi che le regioni attuino appositi programmi di
prevenzione, educazione ed informazione.
Nel segnalare, infine, che l'articolo 24 estende al
personale addetto ai servizi di terapia intensiva neonatale le
agevolazioni pensionistiche previste per le attività usuranti,
si dichiara disponibile a valutare l'opportunità di uno
stralcio di tale articolo, che, per le sue conseguenze di
carattere finanziario, potrebbe ritardare l'esame del
provvedimento.
Antonio SAIA (comunista) condivide, in linea generale,
lo spirito del provvedimento, cui intento fondamentale è
quello di riportare l'evento del parto ad una dimensione
fisiologica ed umana, riducendo l'incidenza degli interventi
medici ad esso connessi. La progressiva medicalizzazione del
parto, che si è registrata in Italia negli ultimi anni, ha
portato a gravi distorsioni, tra cui una delle più
inaccettabili è quella della completa interruzione del
rapporto tra madre e neonato subito dopo il parto.
Ritiene necessari interventi per rafforzare l'assistenza
ostetrica offerta alle donne, anche con l'istituzione, presso
ogni azienda sanitaria locale, di un servizio
ostetrico-ginecologico che possa assistere la madre, anche a
domicilio, in tutte le fasi della gravidanza.
Giacomo BAIAMONTE (FI) condivide le osservazioni del
deputato Saia circa la progressiva disumanizzazione del parto.
Ritiene peraltro che la "ospedalizzazione" del parto abbia in
passato costituito un'efficace risposta ai problemi relativi
alla tutela della madre e del bambino, come dimostrano i dati
sulla riduzione dei tassi di mortalità e morbilità materna ed
infantile. Occorre perciò intervenire promuovendo il parto
fisiologico, ma senza ridurre i livelli di sicurezza
raggiunti.
Non ritiene che le ostetriche abbiano sempre una
preparazione professionale adeguata alle responsabilità loro
affidate dal provvedimento, soprattutto in caso di
complicanze. Occorre pertanto assicurare un efficace e
costante monitoraggio delle condizioni della donna durante
tutta la gravidanza, in modo da individuare preventivamente se
sussistano le condizioni per un parto a domicilio o in casa di
maternità, o sia invece necessario il suo ricovero in
ospedale.
Maria BURANI PROCACCINI (FI) sottolinea in primo luogo
che l'accorpamento dei due gruppi di proposte di legge,
proposto dai relatori, rende possibile l'esame di una vera e
propria legge quadro in materia di parto e assistenza
neonatale.
Quanto alle considerazioni del deputato Baiamonte,
sottolinea che il provvedimento prevede appositi interventi
per assicurare un'adeguata professionalità delle ostetriche,
in relazione alle responsabilità loro affidate, e che è
comunque previsto il costante controllo da parte di figure
professionali più qualificate.
Sottolinea con forza l'esigenza di giungere
all'approvazione di norme che permettano di superare l'attuale
situazione di eccessiva "medicalizzazione" del parto che, a
suo avviso, può avere gravi conseguenze sulla madre e sul
bambino. Tale esigenza è avvertita con sempre maggiore forza
da tutte le donne. In troppo strutture ospedaliere il parto è
ridotto a momento patologico, e in molti casi l'assistenza
assicurata alle partorienti è meno attenta e premurosa di
quella che viene riservata al bestiame dai veterinari. Un
paese moderno e civile deve invece assicurare le condizioni
perché il parto avvenga in un clima di rispetto e di
attenzione, che restituisca a tale fondamentale momento della
vita di ogni donna tutta la sua importanza esistenziale e
sociale.
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Auspica, conclusivamente, che si possa giungere ad una
rapida approvazione definitiva del provvedimento.
Rocco CACCAVARI (DSU) ritiene che la progressiva
ospedalizzazione del parto sia stata motivata da evidenti
esigenze di sicurezza e di tutela della salute della donna e
del bambino. Pur condividendo l'obiettivo di fondo della
legge, sottolinea perciò l'esigenza prioritaria di non ridurre
gli standards di sicurezza attualmente garantiti.
E' pertanto necessaria un'attenta riflessione sulle norme
che possono assicurare il monitoraggio delle condizioni della
partoriente durante tutta la gravidanza, e prevedere che il
parto a domicilio possa avvenire solo sulla base di
un'adeguata valutazione delle possibili complicanze. Una volta
assicurata un'adeguata tutela della salute della donna e del
bambino, ritiene pienamente condivisibile ogni intervento per
promuovere la scelta del parto domiciliare, che, dal punto di
vista dell'umanizzazione dell'assistenza, rappresenta
sicuramente un significativo passo in avanti.
Alberta DE SIMONE (DSU) condivide l'auspicio del
deputato Dameri circa la possibilità di semplificare il testo
fin qui elaborato, che in alcune delle sue parti rischia di
comprimere le competenze delle regioni. Ciò nondimeno, ritiene
assolutamente necessaria una legge nazionale di indirizzo.
In linea generale, osserva che i rischi connessi alla
nascita sono ormai da tempo ridotti al minimo, ed occorre
pertanto affrontare oggi il problema dell'umanizzazione del
parto, più che quello della sua sicurezza. Denuncia in
particolare l'eccessivo ricorso alla pratica del parto
cesareo, spesso utilizzata anche quando non sarebbe
necessario, e che in ogni caso non sempre è più sicuro del
parto fisiologico.
Ritiene che la società tecnologica attuale abbia ormai
completamente espropriato la donna della propria autonomia
nella scelta e nella gestione di questo importantissimo
momento della vita. Troppo spesso donne del tutto sane, che
potrebbero partorire in maniera del tutto fisiologica, sono
direttamente o indirettamente indotte a seguire percorsi
terapeutici complessi, onerosi e non necessari. In particolare
nelle aree più arretrate del Paese, l'assistenza assicurata
alle donne è spesso disumana ed incivile.
Il provvedimento in esame, di cui auspica la rapida
approvazione, si propone di rimediare a queste gravi
distorsioni, e non comporta in nessun caso una riduzione delle
condizioni di sicurezza in cui il parto deve avvenire.
Paolo POLENTA, presidente, rinvia il seguito
dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.25.
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