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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

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152464
SMC0716-0088
Bollettino Giunte e Commissioni n. 716 del 7 novembre 2000 - edizione definitiva - (SMC13-716)
(suddiviso in 121 Unità Documento)
Unità Documento n.88 (che inizia a pag.96 dello stampato)
               ...COMMISSIONE PARLAMENTARE
    per il parere al Governo sulla destinazione dei fondi
               per la ricostruzione del Belice
 
 
PROCEDURE INFORMATIVE
Indagine conoscitiva sullo stato della ricostruzione nella Valle del Belìce. Seguito e conclusione dell'esame di una proposta di documento conclusivo.
Martedì 7 novembre 2000. - Presidenza del Presidente LAURICELLA.
ZZSMC ZZRES ZZSMC071100 ZZSMC001107 ZZSMC001100 ZZSMC000000 ZZSMC716 ZZ13 ZZD ZZC29 ZZNO ZZXX
     Il presidente LAURICELLA informa che entro il termine
  convenuto sono stati presentati, a firma del senatore
  Brignone, tre emendamenti che per ampiezza e contenuti
  costituiscono una proposta alternativa rispetto alla bozza da
  lui presentata (seduta del 12 ottobre).  Rileva che detti
  emendamenti portano eccezione alla prassi parlamentare, che
  non prevede, in sede di indagine conoscitiva, la presentazione
  di documenti alternativi.  Ritiene tuttavia che le proposte
  avanzate dal senatore Brignone debbano essere ammesse, perché
  rappresentano comunque un contributo al confronto.  Sarà poi il
  senatore Brignone a decidere se chiedere il voto sui propri
  emendamenti oppure dichiararsi soddisfatto della pubblicazione
  agli atti della indagine conoscitiva.
     Gli emendamenti recano il seguente testo.
     Sostituire la parte del documento di cui in Premessa con
  le parole:
     Il fatto che, alle soglie del nuovo millennio, il
  Parlamento sia chiamato, nelle diverse sedi, ad occuparsi
  della calamità che ha colpito il Belìce nel lontano 1968, pone
  interrogativi gravi non solo sulla consistenza - scarsità o
  cattivo uso? - dei fondi stanziati ma anche in ordine alla
  adeguatezza della normativa ed ai comportamenti posti in
  essere dai pubblici poteri, a partire ovviamente dai livelli
  di governo che sono più vicini alle popolazioni
  interessate.
     La presente indagine conoscitiva ha pertanto lo scopo di
  raccogliere documenti, notizie ed informazioni epperò
  rispondere, possibilmente con cognizione di causa, a domande
  che sono diffuse nella pubblica opinione, la quale - non serve
  disconoscere la realtà - nutre ampie riserve circa il corretto
  utilizzo dei fondi
 
                              Pag. 97
 
  finora stanziati e correlativamente manifesta resistenze su
  ipotesi che comportino la previsione di ulteriori
  stanziamenti.
     Proprio per le caratteristiche di una indagine, che ha per
  oggetto un tema la cui impopolarità è portata a crescere in
  via esponenziale con il trascorrere del tempo, sarebbe stato
  auspicabile che i gruppi rappresentati in Parlamento, all'atto
  di designare i propri candidati per la composizione della
  Commissione, avessero attinto una più matura consapevolezza e
  quindi favorito un approccio che, per essere dirimente e
  quindi conclusivo, non può che essere nazionale.  Si tratta di
  una osservazione che non ha altri destinatari dei gruppi
  stessi ai quali appartengono i parlamentari della Commissione,
  e vuole essere solo un richiamo, obbligato ma non per questo
  scontato, ai dettami di cui all'articolo 67 Cost. - il dovere
  per i parlamentari di farsi carico dei problemi locali come se
  fossero nazionali - che ovviamente debbono intendersi
  aggravati quando si versa in materia di calamità naturale.
                                                     Brignone
     Sostituire, nella parte dedicata alle Considerazioni,
  l'11^ ed il 12^ capoverso, con le parole:
     Detta dichiarazione, che si limitava peraltro a prendere
  atto della formale imputazione ad opere infrastrutturali di
  parte delle richieste avanzate dai sindaci (come era già nella
  relazione del dott. Arredi), veniva assorbita da altra e più
  impegnativa dichiarazione secondo cui sarebbe "ormai prossimo
  il completamento della ricostruzione" tanto vero che - sempre
  ad avviso di Mancurti - "non è possibile quantificare le
  risorse necessarie per il completamento delle opere pubbliche,
  per il motivo che gli stanziamenti ad esse destinati ammontano
  a cifre ridotte, completamente sganciate da eventuali
  preventivi ed inoltre parcellizzate tra i vari comuni
  destinatari".  L'ing. Mancurti a sostegno delle proprie
  opinioni citava una relazione in data 15.3.96 del proprio
  predecessore dott. Nigrelli ed inviata, su autorizzazione del
  ministro pro tempore, alla commissione parlamentare per il
  Belìce, relazione che anche per la data in cui era redatta
  voleva essere una circostanziata replica agli addebiti mossi
  all'amministrazione dei lavori pubblici dal documento
  conclusivo approvato dalla commissione nella scorsa
  legislatura (14 marzo 1996).
     Orbene nella predetta relazione Nigrelli, che si allega
  agli atti della nuova indagine conoscitiva, oltre ad
  interessanti osservazioni, su cui si tornerà fra breve, circa
  l'opportunità di avviare "limitatamente alle unità abitative
  oltre la prima una riconversione del diritto al contributo in
  indennizzo commisurato al preesistente", veniva testualmente
  dichiarato:
     "Considerato che il fabbisogno individuato al 1975 era di
  14.902 unità di cui n.2268 a totale carico dello Stato (case
  popolari) e n.12.634 a contributo (assegnazione di lotto e
  contributo 100%) si può affermare che tali previsioni sono
  state interamente soddisfatte nel 1986/87.
     Le esigenze suddette sono state poi ulteriormente
  precisate ed ampliate anche a in relazioni a nuove
  disposizioni di legge che hanno ammesso la ricostruzione delle
  seconde unità abitative e dei locali destinati alle attività
  commerciali ed artigianali, cosicché i comuni hanno avanzato
  proposta per la realizzazione di altre 10.752 prime unità
  abitative e n.11.674, seconde unità abitative, o altre
  destinazioni".
     Naturalmente il testo può anche essere letto nel senso che
  i comuni, dopo i gravi ritardi accumulatisi nel periodo
  iniziale dal 1968 al 1975, siano stati indotti a dimensionare
  "realisticamente" un primo gruppo di richieste sulle somme
  allora disponibili nel bilancio dello Stato, e quindi abbiano
  sottostimato il fabbisogno, riservandosi successivamente di
  precisarlo ed aggiornarlo alla luce delle nuove disposizioni
  ma anche del grado di scostamento tra il percorso della
  ricostruzione e gli effettivi risultati conseguiti.  Di certo
  una lettura del genere racchiude importanti elementi di
  verità.
 
                              Pag. 98
 
     La oggettiva consistenza (e soprattutto la successione)
  delle cifre - il fatto cioè che la richiesta per 14.902
  abitazioni sia stata seguìta, a distanza di tempo, dalla
  richiesta di altre 10.752 prime unità abitative e poi da
  11.674 seconde unità abitative o destinazioni commerciali ed
  artigianali - suggerisce tuttavia un'altra interpretazione che
  non vale sottacere, anche perché essa è indirettamente
  confermata dalla circostanza che alcuni comuni, in occasione
  delle ultime ripartizioni, sono rimasti esclusi per il motivo
  che non avevano fatto pervenire agli organi competenti, in
  questo caso la regione siciliana, i rendiconti attestanti
  l'avvenuta destinazione dei fondi per le esigenze strettamente
  ricostruttive.
     Il fatto che il fabbisogno, una volta soddisfatto, sia
  stato più che integralmente riproposto negli anni successivi
  al 1986/87, induce a ritenere realistica l'ipotesi che i
  comuni - per la spinta riveniente da bisogni, individuali e
  collettivi, che sono propri di territori dei meno sviluppati
  del paese - abbiano impiegato, dopo una prima fase di intensa
  ricostruzione, le procedure straordinarie previste per le
  calamità naturali anche per sopperire ad esigenze che
  avrebbero dovuto essere soddisfatte nell'ambito degli
  interventi ordinari; tanto più che, man mano che avanza
  l'opera di ricostruzione, diviene più difficile e quindi per
  certi aspetti opinabile il giudizio su quello che ancora è di
  pertinenza delle procedure straordinarie.  Non a caso, come si
  è appena visto, il provveditore Nigrelli aveva prospettato
  l'opportunità di distinguere, proprio per evitare la
  commistione di competenze, tra contributi interamente
  risarcitori ed indennità "commisurate al preesistente".
     In altri termini, si è venuto a creare, al di là delle
  intenzioni, un meccanismo di perpetuazione del fabbisogno - al
  quale ha fatto un accenno, sia pur esprimendo una
  preoccupazione di ordine generale, lo stesso sottosegretario
  Bargone nel corso dell'audizione conclusiva in data 9 marzo
  2000 - dovuto al fatto che i comuni avanzano le richieste più
  facilmente monetizzabili con le competenze ad essi
  riconosciute nell'ambito delle procedure straordinarie e
  successivamente lo squilibrio (anche temporale) degli
  interventi, che penalizza le opere pubbliche, viene poi
  invocato per alimentare una rincorsa che oggettivamente genera
  effetti moltiplicativi.
                                                     Brignone
     Sostituire, dal 15^ capoverso fino alla fine, con le
  parole:
     Ora la commisione per il Belìce, nel prendere atto delle
  conclusioni della commissione d'inchiesta, deve rilevare
  criticamente come dette conclusioni, che risalgono al 1981,
  non siano valse a modificare, come era lecito attendersi,
  comportamenti legislativi ed amministrativi, sicché la
  situazione ha finito per complicarsi ulteriormente.
     Si vuole dire che la devoluzione dei poteri ai comuni non
  può essere giudicata acriticamente, quasi si trattasse di
  soggetti autoreferenziali perché ha sì impresso
  un'accelerazione ai lavori di ricostruzione, ma anche
  sollevato problemi suoi propri.  L'osservazione riguarda
  intanto lo sbilanciamento, su cui è stata già richiamata
  l'attenzione, tra i poteri in materia di ricostruzione delle
  abitazioni private ed in materia di opere di urbanizzazione,
  dalle quali ovviamente le prime non possono prescindere.  Ma
  l'osservazione principale è che la redistribuzione delle
  funzioni ed il conseguente distacco di parte di esse dal
  centro alla periferia, non accompagnato dal conferimento di
  una reale responsabilità, come sarebbe se venisse
  contestualmente stabilito, a pena di decadenza, un vincolo di
  irreversibilità delle decisioni in cui si articola l'iter
  della ricostruzione, porta per forza di cose ad una
  dispersione delle competenze, la quale pregiudica certe
  condizioni di certezza e fiducia, che possono esssere soltano
  il prodotto di norme capaci di statuire binari obbligati, e
  con esso la possibilità di verificare e quindi di correggere
  eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi stabiliti.
 
                              Pag. 99
 
     Naturalmente la maggiore responsabilizzazione degli enti
  locali chiama in causa il rapporto con lo Stato centrale, per
  il quale debbono valere, per la parte di rispettiva
  competenza, i vincoli di cui si è parlato a proposito degli
  enti locali.  Si ponga mente, per fare solo un esempio, al
  significato di sostanziale deresponsabilizzazione che ha
  finito per assumere la presenza, all'interno delle menzionate
  commissioni comunali, ancorché con voto deliberativo, di un
  funzionario e di un impiegato "dell'ufficio del genio civile o
  dell'ispettorato generale per le zone colpite dal terremoto",
  peraltro soppresso il 1^ gennaio 1991 e sostituito con il
  Provveditorato ai lavori pubblici di Palermo (il personale è
  transitato però alla Regione), in rappresentanza dello Stato
  centrale.
     In conclusione la Commissione ritiene che la legislazione
  e la prassi debbano rapidamente pervenire se non alla
  eliminazione del doppio regime giuridico ad una sua
  tendenziale ricomposizione, poiché le attuali separatezze
  generano fenomeni di diffusa deresponsabilizzazione,
  particolarmente gravi a livello locale.  Le linee di questa
  ricomposizione sono certo nel senso di una più decisa
  responsabiizzazione degli enti locali, accompagnata o, se si
  preferisce, bilanciata da un concomitante potere di controllo
  capace di far valere vincoli di irreversibilità nelle
  decisioni, senza l'intervento dei quali riesce difficile
  immaginare si possa interrompere un meccanismo di continua
  riproposizione del fabbisogno, cui sono in buona parte
  imputabili le gravi disfunzioni che si sono verificate
  nell'opera di ricostruzione del Belìce.
                                                     Brignone
     Il senatore BRIGNONE si rende perfettamente conto che le
  proposte da lui presentate recano una sostituzione di parte
  cospicua ed estremamente significativa del documento proposto
  dal presidente, dal momento che sono svolte valutazioni e
  considerazioni molto differenti.  In particolare sottolinea la
  profonda differenza che intercorre nella parte conclusiva,
  proprio perché a lui sembra che il documento proposto dal
  presidente si ponga da un punto di riferimento più propositivo
  (incline al rivendicazionismo) che conoscitivo.  Vuole dire che
  le proposte di ulteriore finanziamento non gli sembrano
  suffragate da una base argomentativa che possa sconfiggere
  nella pubblica opinione l'idea che in troppe aree del paese, e
  troppo spesso nel Mezzogiorno, siano radicate forme di
  vittimismo autoreferenziale.
     Egli riconosce che la proposta avanzata dal presidente
  contiene anche spunti che denotano sottigliezza e perspicacia
  politica, tuttavia ritiene che anche per la parte relativa
  alla eliminazione del doppio regime giuridico vi siano gravi
  carenze propositive, dal momento che non è individuato un
  meccanismo risolutivo che possa interrompere la tendenza ad
  alimentare continuamente il fabbisogno.
     Conclude ribadendo di essere assolutamente in disaccordo
  con la proposta del presidente, e quindi su di essa il suo
  voto sarà contrario.  Per quanto riguarda gli emendamenti da
  lui presentati, che individuano una lettura totalmente
  alternativa dei documenti raccolti nel corso della indagine
  conoscitiva, egli dichiara di non insistere sulla loro messa
  in votazione, anche perché si rende conto che la composizione
  della commissione è tale per cui sarebbe scontata una loro
  reiezione.
     Il senatore BARRILE sostiene che il documento non può
  essere visto disgiuntamente dal documento approvato
  all'unanimità nella precedente legislatura.  Questo documento
  sostiene, come è dimostrato dagli atti raccolti, che la
  ricostruzione non è completata e quindi sono oggettivamente
  richiesti per la ricostruzione ulteriori finanziamenti.
  Bisogna tenere conto che la vicenda del Belìce dimostra come
  sia stata la prima volta che di fronte a danni considerevoli
  vi sia stata da parte dei pubblici poteri una incomprensione
  profonda, tanto vero che sono stati erogati stanziamenti
  infimi.  Condivide pertanto il documento presentato dal
  presidente, soprattutto per quel che riguarda la premessa e le
  considerazioni finali.  Tuttavia
 
                              Pag. 100
 
  egli mantiene riserve, già manifestate nelle precedenti
  sedute, che riguardano la necessità di rivedere le priorità
  d'intervento, dal momento che la concertazione tra sindaci e
  provveditore non ha evitato serie disfunzioni.  In conclusione
  vota a favore perché il documento coglie, con un atto politico
  utile e importante, l'essenza dei problemi.
     Il deputato RIZZA si rende conto della impopolarità del
  tema, dal momento che sembra che si ricominci sempre da capo,
  vista la scarsezza delle risorse a disposizione del Belìce.  Si
  dichiara d'accordo con il documento presentato dal presidente,
  fermo restando che si tratta di un'indagine conoscitiva
  destinata a raccogliere documenti e notizie ma anche a porre
  nella sua oggettività il problema impellente di rivedere i
  meccanismi di erogazione, facendo riferimento alla esperienza
  di altre più recenti calamità naturali.
     Il deputato GIACALONE ritiene di dover cogliere la
  continuità tra il documento esitato nella scorsa legislatura
  ed il documento presentato dal presidente.  Forse si poteva
  dire qualcosa di più per giustificare la richiesta di
  ulteriori finanziamenti, ma non ritiene condivisibili il primo
  e secondo emendamento presentati dal senatore Brignone anche
  perché gli sembra di scorgere una contraddizione tra la
  denuncia del meccanismo autopropulsivo, che avrebbe origine
  nel comportamento autoreferenziale dei comuni, e la richiesta
  di responsabilizzare ulteriormente gli enti locali.
     Condivide invece parte sostanziale del terzo emendamento,
  dedicato alla riforma dei meccanismi istituzionali, anche se
  non ritiene coerente concludere il testo dell'emendamento con
  formule di colpevolizzazione, che in sostanza fanno risalire
  le disfunzioni al comportamento dei comuni.
     Il deputato GERARDINI ritiene che il documento riflette,
  con spirito disinteressato e quindi oggettivamente, la realtà
  storica del Belìce.  In particolare condivide le considerazioni
  finali nella parte in cui richiedono uno sforzo conoscitivo e
  deliberativo per porre fine ad una questione nazionale che si
  trascina da troppo tempo.  Conclude respingendo in blocco le
  considerazioni del senatore Brignone e quindi si discosta su
  questo punto dall'intervento del collega Giacalone.
     Il senatore LO CURZIO dichiara di essere favorevole alla
  proposta del presidente perché ha carattere conclusivo, si
  ispira ad una visione nazionale e propone concretamente un
  programma di interventi riparatori.  Per converso respinge gli
  emendamenti Brignone.
     Il presidente LAURICELLA, prima di metterlo ai voti,
  riassume la sostanza del documento, che si limita a
  raccogliere e fotografare la situazione e proporre alcune
  indicazioni.  Sostiene che gli emendamenti presentati dal
  senatore Brignone recano considerazioni inaccettabili perché
  negano in buona sostanza un diritto al completamento della
  ricostruzione, diritto emerso chiaramente dai lavori della
  commissione i cui componenti si sono comportati non in base a
  referenze territoriali ma rigorosamente nazionali.
     Mette quindi ai voti il documento conclusivo che è
  approvato con 10 voti favorevoli ed il voto contrario del
  senatore Brignone.
 
DATA=001107 FASCID=SMC13-716 TIPOSTA=SMC LEGISL=13 NCOMM=29 SEDE=XX NSTA=0716 TOTPAG=0114 TOTDOC=0121 NDOC=0088 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=C29D PAGINIZ=0096 RIGINIZ=012 PAGFIN=0100 RIGFIN=056 UPAG=NO PAGEIN=96 PAGEFIN=100 SORTRES=0011073 SORTDDL= FASCIDC=13SMC 00716 SORTNAV=5³011070 00716 b00000 ZZSMC716 NDOC0088 TIPDOCB DOCTIT0088 NDOC0088
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