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Atti dell'Assemblea Costituente

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73
LUA000000143
18-03-47 [P05]
DISPOSIZIONI GENERALI
DISCUSSIONE GENERALE 494
TERRACINI
ORLANDO VITTORIO EMANUELE
ONOREVOLI COLLEGHI, IL DISCORSO COSI' DENSO DI PENSIERO, E DI FATTI DELL' ONOREVOLE NITTI, CHE TUTTI ABBIAMO UDITO ED AMMIRATO, MI OFFRIREBBE LA OCCASIONE DI TUTTA UNA SERIE DI FATTI PERSONALI, STORICI PERO' . LA MIA PERSONA C' ENTRA, IN QUANTO IO HO AVUTO ASSAI GRAVI RESPONSABILITA' IN MOMENTI STORICI CUI L' ONOREVOLE NITTI SI E' PURE RIFERITO. NON VI E' NULLA, TUTTAVIA, CHE SI PONGA IN CONTRASTO FORMALE CON QUANTO HA DETTO L' ONOREVOLE NITTI, CHE- RIPETO- HO AMMIRATO VIVAMENTE, ANCHE A PRESCINDERE DA QUELLA SOLIDARIETA' DEL TUTTO SUI GENERIS, CHE LEGA DUE VECCHI UOMINI DI ALTRI TEMPI. IL TEMA , PER SE STESSO, RICHIAMA ECHI DI VOCI PASSATE ED OLTREPASSATE, ALMENO PARLO PER MIO CONTO. MA, DAL MOMENTO CHE LA DISCUSSIONE SI E' DIFFUSA IN TAL MODO SU ASPETTI STORICI DELLA QUESTIONE, IO NON POSSO NON RECARE QUALCHE CONTRIBUTO, E CREDO CHE CONVENGA AD ELEVARE ANCORA PIU' IL DIBATTITO ATTUALE, IL COLLEGARLO CON GLI EVENTI CUI ACCENNERO' , PERCHE' E' DAVVERO STORICO IL VALORE DI QUEGLI EVENTI. ORA, UN PRIMO CONTRIBUTO STORICO, CHE SI PUO' APPORTARE, SI COLLEGA CON LE OSSERVAZIONI DEL MIO AMICO NITTI, CUI RINNUOVO- PERCHE' SOLO ORA LO VEDO ENTRARE NELL' AULA- L' ESPRESSIONE DELLA MIA AMMIRAZIONE E DELLA MIA SOLIDARIETA' . PUO' RECARE, PERTANTO, UN CONTRIBUTO UTILE ALLA DISCUSSIONE IL RICORDO DELLA LEALTA' , DELLA FEDELTA' , CON CUI L' ITALIETTA DEL PERIODO PREFASCISTA ( COSI' LA CHIAMERO' D' ORA IN POI, GIACCHE' LA STORIA CONOSCE DI QUESTI APPELLATIVI IRONICI, CHE POI DIVENTANO GLORIOSI; E FU QUESTA ITALIETTA CHE FECE GRANDE L' ITALIA) ( APPLAUSI) IL RICORDO, DICEVO, DELLA LEALTA' , DELLA FEDELTA' , CON CUI L' ITALIETTA OSSERVO' QUELLA CHE FU LA LEGGE DELLE GUARENTIGIE, SENZA CHE VI FOSSE ALCUN BISOGNO D' INCLUDERLA IN UNO STATUTO COSTITUZIONALE. LO STATO D' ITALIA FECE, DUNQUE, QUELLA MIRABILE LEGGE DELLE GUARENTIGIE, A PROPOSITO DELLA QUALE RICORDO CHE , DOPO UNA LUNGA DISCUSSIONE ( C' E' L' ABITUDINE UN PO' DI SCREDITARCI DINANZI A NOI STESSI QUANDO PARLIAMO DELLA LUNGHEZZA DELLE NOSTRE DISCUSSIONI; OR LA DISCUSSIONE DELLA LEGGE DELLE GUARENTIGIE, DI CUI L' ATTUALE E' UNA DERIVAZIONE, DURO' IN PARLAMENTO QUASI TRE MESI, E NE ERA RELATORE RUGGERO BONGHI) , DOPO UN LABORIOSO, PONDEROSO ESAME, MENTRE ORMAI SI ERA ARRIVATI ALLA FINE , UN DEPUTATO CHIESE LA PAROLA E DISSE: MA, UN MOMENTO: TUTTO QUESTO CHE ABBIAMO STABILITO, SUPPONE LO STATO DI PACE. CHE COSA AVVERRA' , SE L' ITALIA SI TROVERA' IN GUERRA? COME POTRA' ESSA RISPETTARE TUTTE LE GUARENTIGIE DATE AL PONTEFICE, FRA LE QUALI IL DIRITTO DI LEGAZIONE ATTIVO E PASSIVO, IL CORRIERE DIPLOMATICO, LA LIBERTA' DI CORRISPONDENZA, LA LIBERTA' DI RAPPORTI CON TUTTI I SUOI ORGANI? CHE COSA AVVERRA' DELLA LEGGE IN UN CASO SIMILE? POTRANNO QUELLE GARANZIE ESSER MANTENUTE ANCHE IN RAPPORTI A STATI DIVENUTI NEMICI? RUGGERO BONGHI RISPOSE SU PER GIU' , COSI' : MA, CARO COLLEGA, ABBIAMO STENTATO TRE MESI PER FARE LA LEGGE NELL' IPOTESI DELLA PACE; SE VOI L' AGGRAVATE ORA CON L' IPOTESI DELLA GUERRA, NON NE USCIREMO PIU' . SARA' QUEL CHE DIO VORRA' , SARA' QUEL CHE SARA' . E LA GUERRA NON FU PREVEDUTA. TOCCO' A ME QUESTO COMPITO, COME MINISTRO DI GIUSTIZIA E DEI CULTI, QUANDO LA GUERRA FU DICHIARATA NEL 1915. FORMIDABILE RESPONSABILITA' : MA IO E I MIEI COLLEGHI DI ALLORA NON ESITAMMO, NOI , UOMINI PUR DI COSI' DIVERSA MENTALITA' , DI COSI' DIVERSO TEMPERAMENTO, QUALI ERAVAMO, SALANDRA, SONNINO ED IO. NON ESITAMMO. CORREREMO TUTTI I RISCHI DICEMMO; MA LE GUARENTIGIE DI QUESTA LEGGE SARANNO MANTENUTE. E LE MANTENEMMO. E' UN TITOLO DI ONORE PER NOI E PER IL PAESE CHE RAPPRESENTAVAMO. ECCO IL VALORE DEL RICORDO STORICO. LEALTA' DA PARTE NOSTRA, LEALTA' DA PARTE DELLA SANTA SEDE; NE' , RIPETO, CI FU ALLORA BISOGNO CHE LA LEGGE FOSSE COMPRESA IN UN ATTO STATUTARIO. BISOGNA RICONOSCERE QUELLA LEALTA' RECIPROCA, BISOGNA SPECIALMENTE RICORDARE UNA DICHIARAZIONE DA PARTE DELLA SANTA SEDE, CON GRATITUDINE SIA PURE, RETROSPETTIVA. FU, ALLORA, FORMALMENTE DICHIARATO DAL CARDINALE GASPARRI SEGRETARIO DI STATO: LA SANTA SEDE, DI FRONTE ALL' ITALIA IN GUERRA, NON INTENDE PUNTO CREARE IMBARAZZI AL GOVERNO DI ESSA E METTE LA SUA FIDUCIA IN DIO, ASPETTANDO LA SISTEMAZIONE DELLA SUA SITUAZIONE NON DALLE ARMI STRANIERE, MA DA QUEI SENTIMENTI DI GIUSTIZIA CHE SI AUGURA SI DIFFONDANO NEL POPOLO ITALIANO. BEL GESTO, CHE NON BISOGNA DIMENTICARE, E CHE STABILIVA SUBITO UN CONTRASTO DI GRANDE STORIA, QUANDO SI PENSI ALLE ALTRE VOLTE, QUANDO PER LA DIFESA DI DIRITTI TEMPORALI DELLA CHIESA ERANO AVVENUTI INTERVENTI ARMATI STRANIERI. MA, D' ALTRA PARTE, QUESTO GESTO METTEVA IN EVIDENZA IL CONTRASTO FRA QUELLA CHE ERA LA SITUAZIONE FORMALE E QUELLI CH' ERANO I RAPPORTI SOSTANZIALI. QUANDO IL MIO AMICO NITTI DICEVA DI TUTTO IL PERICOLO CH' EGLI ATTRIBUIVA ALLA POSSIBILITA' DI UN URTO FRA LA SANTA SEDE ED IL GOVERNO DI ITALIA IN UM MOMENTO COSI' DRAMMATICO DELLA VITA DEL PAESE NOSTRO, DICEVA UNA COSA PROFONDAMENTE VERA E GIUSTA, MA A RIMUOVERE TALE MINACCIA GIA' AVEVANO SPONTANEAMENTE PROVVEDUTO E IL BUON SENSO ITALIANO E IL FONDAMENTALE SPIRITO DI ITALIANITA' , DA CUI LA SANTA SEDE NON SI DIPARTI' . SENTITE: IO QUI NON PRETENDO FARVI UNA LEZIONE DI STORIA; MA VI ASSICURO CHE IN NESSUN MOMENTO, PRIMA O DOPO I PATTI LATERANENSI- ANCHE DOPO; RIPETO: IN NESSUN MOMENTO- L' INTESA FRA IL GOVERNO D' ITALIA E IL PONTEFICE FU COSI' PIENA, CONCORDE, CONTINUA, COME DURANTE IL PERIODO IN CUI FUI GUARDASIGILLI, DAL 1908 AL 1911. FRA ME E IL SANTO PADRE PIO X, LE RELAZIONI FURONO SEMPRE PERFETTE E CORDIALI IN MANIERA INCOMPARABILE. E PER QUANTO RIGUARDA BENEDETTO XV, CHE FU IL PAPA DELLA GUERRA, VI DIRO' QUESTO; NON AVEVA IL CARATTERE DI PIO X, ERA MENO SANTO E PIU' POLITICO. PERO' , DOPO QUALCHE INCONTRO UN PO' BURRASCOSO AL PRINCIPIO, POTEI RISTABILIRE TALE INTESA CHE QUANDO, SOPRAVVENUTA LA CRISI DEL GABINETTO SALANDRA, IO LASCIAI L' UFFICIO DI MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PER QUELLO DELL' INTERNO, IL SOMMO PONTEFICE MANIFESTO' AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IL SUO DESIDERIO CHE I RAPPORTI POLITICI CON LA SANTA SEDE CONTINUASSERO ATTRAVERSO ME, SEBBENE AVESSI LASCIATO IL MINISTERO SPECIFICAMENTE COMPETENTE. IL CHE AVVENNE. CIO' VI DIMOSTRA QUALE INTESA SI FOSSE STABILITA ANCHE CON IL SANTO PADRE CHE PONTIFICO' DURANTE LA GUERRA, E QUEST' INTESA FU MANTENUTA CON GRANDE LEALTA' RECIPROCA. SENZA CONTRAVVENIRE AL SUO CARATTERE DI UNIVERSALITA' , CHE VIETA ALLA CHIESA DI AFFERMARSI NAZIONALE VERSO QUALSIASI POPOLO DETERMINATO, IO DEBBO DIRE CHE IL CONCORSO DA ESSA PRESTATO DURANTE LA GUERRA FU ISPIRATO DA SENTIMENTI, CHE FURONO VERAMENTE DI AMICIZIA E DI BONTA' PER IL NOSTRO PAESE. QUESTA E' LA VERITA' STORICA, LA VERITA' SOSTANZIALE, AL DI SOPRA DELLA QUALE CONTINUAVA AD APPARIRE IL DISSIDIO FORMALE. E PRECIPITIAMO VERSO QUELLO CHE FU L' ACCORDO FINALE; ONDE, NELL' ALTRO MIO DISCORSO ALL' ASSEMBLEA, POTEI AFFERMARE CHE LA PORTATA ESSENZIALE DEL PATTO LATERANENSE, DISTINTO DAL CONCORDATO- PERCHE' DEL CONCORDATO ALLORA NON SI PARLO' - CIOE' LA COSTITUZIONE IN STATO INDIPENDENTE DI QUELLA CHE ORA SI CHIAMA LA CITTA' DEL VATICANO, FU CONCLUSA CON ME; E CHE, QUINDI, IO NON POSSO IN QUESTO MOMENTO DECLINARNE LA PIENA CORRESPONSABILITA' . IO NON METTO IN DUBBIO, ANZI MI COMPIACCIO DEL CONTRIBUTO APPORTATO DALL' ONOREVOLE NITTI, MEDIANTE I RAPPORTI CHE EGLI, PRIMA E DOPO, AVREBBE AVUTO DIRETTAMENTE CON ALTE AUTORITA' ECCLESIASTICHE. E' CERTO QUESTO, PERO' , CHE QUANDO AVVENNE IL DRAMMATICO URTO TRA ME E IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AMERICANA, WILSON, CI FU UN MOMENTO O, MEGLIO, UN PERIODO, IN CUI OGNI GIORNO SI PENSAVA A FARE QUALCHE COSA CHE FERISSE L' ITALIA PER PUNIRLA DELLA SUA RESISTENZA. ED ALLORA, IN ALCUNI AMBIENTI CATTOLICI NON ITALIANI, SI PENSO' DI TRARRE PROFITTO DA QUELLA CIRCOSTANZA PER CERCARE DI SOLLEVARE LA QUESTIONE ROMANA. E UN INTRIGO SI SVOLSE IN QUESTO SENSO. NON POCO IO DOVETTI VIGILARE E SOFFRIRE, ALLORA, PER INFRANGERE E VINCERE LE VARIE MINACCE, FRA LE QUALI S' INSERI' PURE LA QUESTIONE DELLA RAPPRESENTANZA DELLA SANTA SEDE NELLA ISTITUENDA SOCIETA' DELLE NAZIONI. LA MIA RISPOSTA, PERALTRO, QUANDO ME NE FU PARLATO, FU SEMPLICE: IO NON HO NESSUNA DIFFICOLTA' , SE CIO' CONVIENE ALLA SANTA SEDE- DEL CHE DUBITAVO FORTEMENTE- E SE LA SANTA SEDE TIENE A FARNE PARTE, IO NON MI OPPORRO' , PERO' LA PROPOSTA DEVE VENIRE DA ME. E SE NON FOSSE VENUTA DA ME, AVVERTIVO CHE LE CONSEGUENZE POTEVANO ESSERE VERAMENTE TRAGICHE, PERCHE' IN QUEL CASO IO CREDEVO CHE IL PAPA NON POTESSE PIU' RIMANERE A ROMA. E NON MANCAI DI DIRLO. MA ANCHE QUI BISOGNA RICONOSCERE CON GRATITUDINE CHE LA SANTA SEDE NON PARTECIPO' MAI A QUEI TENTATIVI, E FECE ANZI QUELLO CHE POTE' PER IMPEDIRLI. IN FONDO IO CREDO CHE LA VENUTA DI QUEL VESCOVO DI CHICAGO, MONSIGNOR KELLEY, SIA STATA IN ORIGINE DETERMINATA DA QUESTI SCOPI A NOI OSTILI; ED OSTILI PROPOSITI CONTRO DI NOI SI AGITAVANO SPECIALMENTE NEL BELGIO, DOVE TROVAVANO ECHI DI CONSENSO QUEI PROPOSITI PER CUI L' ITALIA SI DOVESSE OBBLIGARE A SUBIRE UNA PACE SUO MALGRADO, COL RIAPRIRE LA QUESTIONE ROMANA IN DANNO DI ESSA. QUESTO ERA POSSIBILE PERCHE' , IN FATTO, LA QUESTIONE ROMANA ERA ANCORA APERTA. PERCIO' , ONOREVOLI COLLEGHI, NON LO DIMENTICHIAMO, NON LO DIMENTICATE: E' UN FIANCO APERTO NELLE VIVE DIFESE DELL' ITALIA IL SUSSISTERE DI UNA TALE QUESTIONE CHE POSSA RISOLLEVARSI. VE LO DICE UNO CHE DIMOSTRO' DI NON TEMERE DI FRONTE ALLA POSSIBILITA' DI UNA TALE MINACCIA. MA, RIPETO, LA SANTA SEDE NON SOLTANTO RIMASE ESTRANEA A QUELLE MANOVRE, MA DICHIARO' CHE NON AVREBBE MAI ACCETTATO UNA SOLUZIONE IMPOSTA ALL' ITALIA: RICONOSCIAMOLO PURE, PER RENDERE GIUSTIZIA ALL' ATTEGGIAMENTO DI ESSA NELLA STORIA DI QUEGLI EVENTI. INTANTO, LI RICHIAMO QUI RAPIDAMENTE. IN SEGUITO AD UN COLLOQUIO AVUTO CON ME A PARIGI, MONSIGNOR KELLEY CREDETTE OPPORTUNO DI FAR SUBITO UN VIAGGIO A ROMA; E DOPO BREVE TEMPO, NE FECE RITORNO, QUESTA VOLTA, PER INIZIATIVA CHE RISALIVA AL VATICANO, IN COMPAGNIA DI MONSIGNOR CERRETTI. COL QUALE IO DOVEVO AVERE UN LUNGO, DECISIVO COLLOQUIO, E FU IN ESSO CHE FURONO GETTATE LE BASI DELL' ACCORDO TRA LA SANTA SEDE E L' ITALIA, CIOE' CHE LA CITTA' DEL VATICANO DIVENTASSE STATO INDIPENDENTE. DI QUESTO PARLAMMO; E CONCLUDEMMO IN MANIERA PRECISA E DEFINITIVA, COME SI PUO' RILEVARE DAL MEMORIALE DELLO STESSO CERRETTI , PUBBLICATO NELLA RIVISTA VITA E PENSIERO, RIVISTA NOTORIAMENTE VATICANA, ORGANO DELL' UNIVERSITA' CATTOLICA DI MILANO. MONSIGNOR CERRETTI, ALLORCHE' LO RIVIDI DOPO LA SUA ELEVAZIONE A CARDINALE, MI RACCONTO' CHE EGLI AVEVA INIZIATO IL SUO MEMORIALE SUBITO DOPO IL COLLOQUIO AVUTO CON ME; E SICCOME ERA DI DOMENICA ( RICORDO QUESTO CURIOSO PARTICOLARE DA LUI DETTOMI) , AVENDO TROVATO LE CARTOLERIE CHIUSE, SI ERA POTUTO ALLA FINE PROVVEDERE DI UN QUADERNO IN UNA CARTOLERIA TROVATA PER CASO APERTA IN VIA RICHELIEU, PERCHE' TENUTA DA UN ISRAELITA. E COSI' , IN QUELLA GIORNATA DI FESTA, AVVENNE CHE UN EBREO DOVESSE GIOVARE AD UNA CAUSA CATTOLICA ( SI RIDE) . ( INTERRUZIONE RUSSO PEREZ. ANCHE GLI EBREI QUALCHE VOLTA SERVONO A QUALCHE COSA) . QUESTO MEMORIALE E DIARIO LO PUBBLICO' , DUNQUE, LA RIVISTA VITA E PENSIERO, ED IO LO RIPUBBLICAI POI IN UN MIO VOLUME. IL QUAL VOLUME HA UNA CURIOSA STORIA- PER COSI' DIRE- DI ANONIMATO, PERCHE' IO LO STAMPAI QUANDO GIA' TUTTE QUESTE COSE ERANO NOTE; NON ANTICIPAI NULLA, E NON C' E' NESSUN SEGRETO CHE SIA STATO TRADITO DA ME. E, PER FARE QUI UNA PARENTESI ANCH' ESSA STORICA, ADDURRO' UN ESEMPIO DI QUESTA MIA ABITUALE RISERVA, A PROPOSITO DI QUANTO GIUSTAMENTE HA DETTO IL COLLEGA AMICO NITTI, A PROPOSITO CIOE' DEL GRAVE ERRORE, CHE FURONO LE DIMISSIONI DEL GABINETTO SALANDRA IL 14 MAGGIO 1915; GRAVE ERRORE, GIACCHE' DIEDE DAVVERO LA SENSAZIONE CHE LA GUERRA FOSSE IMPOSTA DALLA VOLONTA' DEL POPOLO CONTRO IL PARLAMENTO. EBBENE, NESSUNO SA CHE EBBE LUOGO UNA VERAMENTE DRAMMATICA RIUNIONE, E FU QUANDO, APPUNTO, SALANDRA CI CONVOCO' PER COMUNICARCI LA SUA DECISIONE DI DIMETTERSI. FU QUELLO IL PIU' LUNGO CONSIGLIO DEI MINISTRI CUI IO ABBIA ASSISTITO. I CONSIGLI DEI MINISTRI, AI QUALI HO PARTECIPATO DURANTE DIECI ANNI DURAVANO NON PIU' DI UNA ORA CIRCA; E QUANDO ORA LEGGO CHE RESTANO CONVOCATI ANCHE DI NOTTE, FREMO, PERCHE' PENSO CHE NON E' POSSIBILE CHE SI ARRIVI FINO IN FONDO SENZA COMMETTERE QUALCHE SCIOCCHEZZA. ( SI RIDE) . ALMENO, IO, QUANDO E' PASSATA LA MEZZANOTTE, NON RAGIONO PIU' . INSOMMA, IN QUEI TEMPI, TALI ECCESSI NON SI VERIFICAVANO, PERCHE' L' ACCORDO SI ERA FORMATO PRIMA FRA I COLLEGHI INTERESSATI E, IN OGNI CASO, ATTRAVERSO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, CHE ERA IL REGOLATORE DELL' AZIONE DEL GOVERNO. QUELLA VOLTA, INVECE, FU UNA RIUNIONE LUNGA , CHE, COMINCIATA VERSO LE QUATTRO, TERMINO' ALLE NOVE DI SERA. EBBENE, AD OPPORCI ALLA PROPOSTA DI DIMISSIONI FUMMO IN DUE, IO ED IL POVERO CIUFFELLI, ORA SCOMPARSO ANCHE LUI, CHE FACEMMO VALERE L' IMPOSSIBILITA' DI RECEDERE DALL' IMPEGNO GIA' PRESO CON GLI ALTRI STATI ALLEATI. MA NATURALMENTE, QUANDO SI TRATTA DI DIMISSIONI, NON C' E' MAGGIORANZA O MINORANZA; NON C' E' IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, E SE EGLI RASSEGNA IL MANDATO, LA CRISI E' AVVENUTA, DATO APPUNTO IL VALORE, CHE NELL' UNITA' DEL GABINETTO HA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO . E CHIUDO LA PARENTESI, PER TORNARE AL MIO LIBRO. ESSO- COME DICEVO- HA UNA CURIOSA STORIA. IO LO PUBBLICAI ( SONO MIEI ARTICOLI, DEL RESTO, CHE ERANO GIA' COMPARSI IN RIVISTE AMERICANE) , NEL 1929, POCO DOPO GLI ACCORDI, PERCHE' ALLORA ERO LIBERO DALL' OBBLIGO DEL SEGRETO . E NON LO DIEDI A NESSUNO EDITORE DI QUELL' EPOCA, CIOE' AD EDITORI FASCISTI, PERCHE' TALI ERANO QUASI TUTTI I MAGGIORI DI ALLORA; MA, PER SPIRITO D' INTRANSIGENZA, LO DIEDI AD UN SEDICENTE EDITORE, CHE ERA UN ALLIEVO DI CROCE, ANTIFASCISTA. EGLI POSSEDEVA QUALCHE BENE DI FORTUNA ED AVEVA CREATO UNA SEDICENTE CASA EDITRICE, NELLA QUALE SI STAMPAVANO QUESTI LIBRI PIU' O MENO PROIBITI. NESSUN GIORNALE LO ANNUNCIO' ; NESSUN LIBRAIO LO ESPOSE. BISOGNA AVERLI VISSUTI QUEI TEMPI; BISOGNA AVERLI VISSUTI, SI' IO PENSO CHE NON C' E' COSA PIU' SCIOCCA DEL PARAGONE TRA COLORO CHE SI DECISERO, ALLORA, AD ANDAR VIA DALLA PATRIA E COLORO CHE VI RIMASERO, PERCHE' NON SI ISTITUISCE UN PARAGONE TRA ETEROGENEI. QUELLO DI COLORO CHE ANDARONO VIA, CERTO, FU UN GRANDE SACRIFICIO, UN IMMENSO SACRIFICIO, CHE MERITA TUTTA L' AMMIRAZIONE, TUTTA LA DEVOZIONE E RICONOSCENZA, SPECIALMENTE VERSO QUELLI CHE AHIME' NON SONO PIU' TORNATI. IL PARAGONE, DUNQUE, NON SI PUO' STABILIRE, E LA SITUAZIONE DEGLI UNI E DEGLI ALTRI STA CIASCUNA PER SE' ; MA LA VITA DI COLORO CHE RIMASERO, LA NOSTRA VITA, CREDETE, NON ERA ALLEGRA, PERCHE' OGNI GIORNO SI ERA ESPOSTI O AD UNA MINACCIA O AD UNA TENTAZIONE. ( COMMENTI- APPROVAZIONI) . ( INTERRUZIONE PRIOLO. QUESTO SI E' DIMENTICATO E SI DIMENTICA ) NON DIEDI- RIPETO- IL LIBRO, PER SPIRITO D' INTRANSIGENZA A TALUNO DEGLI EDITORI PIU' IN VISTA E, QUINDI, PIU' O MENO IN UNO STATO DI DEVOZIONE VERSO IL REGIME: LO DIEDI, INVECE, A QUELLO IGNOTO EDITORE, CHE EBBE L' ARDIMENTO DI PUBBLICARLO. NESSUN GIORNALE LO ANNUNCIO' , NESSUN LIBRAIO LO ESPOSE: RIMASE PERFETTAMENTE ANONIMO. CIO' MALGRADO- COSA CURIOSA- L' EDIZIONE SI ESAURI' , ED ALLORA E' VENUTA FUORI QUESTA SECONDA EDIZIONE, LA QUALE E' QUI, ONOREVOLI COLLEGHI, PER PURO CASO. NON CREDIATE CHE IO L' ABBIA PREMEDITATAMENTE SOTTOMANO. IN QUESTO VOLUME E' RIPRODOTTO IL MEMORIALE O DIARIO CERRETTI E MI LIMITERO' A LEGGERVENE SOLO LA FINE, QUANTUNQUE LA LETTURA DI TUTTO SIA INTERESSANTE. PER ESEMPIO, QUANDO DALL' ALTRA PARTE MI SI MOSSE LA QUESTIONE CHE LO STATO-CITTA' SAREBBE STATO TROPPO PICCOLO E CHE CONVENIVA ESTENDERNE IL TERRITORIO, IO RISPOSI: A CHE GIOVA? CIO' POTREBBE IMBARAZZARE; ED USAI IL PARAGONE DELL' INFUSORIO E DELL' ELEFANTE: SONO TANTO DIVERSI TRA LORO PER GRANDEZZA, EPPURE TUTTI E DUE SI QUALIFICANO COME ESSERI VIVENTI MI LIMITERO' , DUNQUE, A LEGGERVENE SOLO LA FINE: 9 GIUGNO, 6. 30 POMERIDIANE: VENNE IL SIGNOR BRAMBILLA PER DIRMI CHE L' ONOREVOLE ORLANDO, IERI, NEL COLLOQUIO AVUTO CON L' ONOREVOLE COLOSIMO, VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO, A OLUX, A LUNGO DISCUSSE CON LUI SULLA SOLUZIONE DELLA QUESTIONE ROMANA. DOPO AVERGLI RIFERITO LA CONVERSAZIONE AVUTA CON ME, LO INCARICO' DI INFORMARE DI TUTTO IL RE E SEPARATAMENTE TUTTI I MINISTRI. L' ONOREVOLE COLOSIMO SI MOSTRO' FAVOREVOLE. L' ONOREVOLE ORLANDO HA DETTO TUTTO CIO' AL SIGNOR BRAMBILLA IN PRESENZA DI ALDOVRANDI, CAPO DEL GABINETTO DELL' ONOREVOLE SONNINO. CIO' FAREBBE SUPPORRE CHE ANCHE SONNINO E' AL CORRENTE DELLA COSA. MI ASSICURA IL SIGNOR BRAMBILLA CHE TANTO LUI QUANTO IL MARCHESE DELLA TORRETTA LAVORANO A TUTT' UOMO PER INDURRE L' ONOREVOLE ORLANDO A FAR PRESTO. QUINDI, PAREVA CHE CI SI TENESSE. E CONTINUAVA: IN VISTA DELLA SITUAZIONE POLITICA D' ITALIA . SEMBRA, INFATTI, CHE LA POSIZIONE DELL' ONROEVOLE ORLANDO SIA ALQUANTO SCOSSA E CHE GLI SCIOPERI E LA CRISI ECONOMICA POSSANO DETERMINARE UNA CRISI MINISTERIALE. SE IN QUESTO MOMENTO, L' ONOREVOLE ORLANDO SE NE ANDASSE, SAREBBE UN VERO DISASTRO. MI PARE CHE PIU' CHIARO DI COSI' NON POSSA ESSERE L' IMPEGNO CHE IO ERO PRONTO A PRENDERE E CHE SI ERA CONCLUSO, SE IL MIO ALLONTANAMENTO APPARIVA COME UN DISASTRO. 10 GIUGNO. I GIORNALI ANNUNCIANO CHE L' ONOREVOLE COLOSIMO E' STATO RICEVUTO DAL RE. CERTAMENTE EGLI DEVE AVERE GIA' INFORMATO IL SOVRANO DELLA QUESTIONE. 15 GIUGNO. IL MINISTERO ORLANDO DIMISSIONARIO. QUINDI, L' ACCORDO ERA COMPLETO SU QUESTO PUNTO. PERCHE' , DOMANDA IL MIO AMICO NITTI, ESSO NON FU FORMALMENTE CONCLUSO? E' UNA CURIOSITA' STORICA GIUSTIFICATA. MA, ADESSO, VI DIRO' IN QUALI TERMINI L' IMPEGNO ERA STATO PRESO E, PERCHE' ESSO AVVENNE A COSI' POCA DISTANZA DALLE MIE DIMISSIONI. POTREBBE, INFATTI, NASCERE IL SOSPETTO CHE NON VI FOSSE LEALTA' DA PARTE MIA, E CHE IO, MORIBONDO COME CAPO DEL GOVERNO, AVESSI VOLUTO MORIRE IN GLORIA, COME COLUI CHE AVEVA RAGGIUNTO LA META STORICA DELLA CONCILIAZIONE FRA LO STATO E LA CHIESA IN ITALIA. PERO' , SE QUESTA FOSSE STATA LA MIA INTENZIONE RECONDITA, ALLORA LA COSA SAREBBE STATA MOLTO SEMPLICE: AVREI SENZ' ALTRO ACCONSENTITO, PERCHE' MI SI FACEVANO PREMURE IN TAL SENSO. LA VERITA' E' CHE, QUANDO IO EBBI QUESTI COLLOQUI E VENNI A QUESTE CONCLUSIONI, NON PREVEDEVO LA MIA CRISI PROSSIMA, RESTANDO ESSA SUBORDINATA AD UN EVENTO. ERA ALLORA PENDENTE IL COMPROMESSO. TARDIEU, IL QUALE RISOLVEVA LE QUESTIONI ADRIATICHE IN QUELLA MANIERA DI ACCORDO TRANSATTIVO, QUALE FU POI CONSEGUITO COL TRATTATO SUCCESSIVO DI RAPALLO. IO NON FUI MAI INTRANSIGENTE. SULLA MIA COSCIENZA NON PESA IL RIMORSO CHE LA MIA OSTINAZIONE ABBIA CONTRIBUITO A DETERMINARE LA MANCATA CONCLUSIONE DELLE TRATTATIVE DI VERSAILLES. L' OSTINAZIONE ERA DALL' ALTRA PARTE. ALLORA, IL COMPROMESSO TARDIEU ERA STATO, COME DISSI, DA ME ACCETTATO, ED IO AVEVO RAGIONE DI CREDERE CHE FOSSE ACCETTATO DA TUTTI E DEFINITIVAMENTE, PERCHE' QUANDO COMUNICAI LA MIA ADESIONE AL PRESIDENTE WILSON, EGLI VENNE INCONTRO A ME QUASI ABBRACCIANDOMI. I NOSTRI RAPPORTI PERSONALI ERANO, DIFATTI, STATI SEMPRE AMICHEVOLI, ED ANZI AFFETTUOSI PRIMA DELLO SCOPPIO DELL' URTO. E ALLORA TORNARONO ECCELLENTI. EGLI MI DISSE, COMMOSSO, CHE AMMIRAVA IL MIO SPIRITO DI TRANSAZIONE E CREDEVA CHE IO MI FOSSI SPINTO FINO AL QUEL LIMITE ESTREMO CHE ERA COMPATIBILE CON LE ASPIRAZIONI ITALIANE. E MI RINGRAZIO' . CONSIDERATE QUEL CHE SIGNIFICAVA UN TALE SUCCESSO. IL GIORNO DOPO ERA CONVOCATA LA DELEGAZIONE AUSTRIACA PER RICEVERE LE CONDIZIONI DELLA PACE, E QUANTO AL CONFINE ITALO-AUSTRIACO C' ERA LA NOTA: SOUSPENDU. ERA UN EFFETTO DELL' URTO FRA ME E WILSON CHE VENIVA A COMPORSI PER L' ACCETTAZIONE DEL COMPROMESSO TARDIEU. E WILSON CHIESE AL SEGRETARIO DEI QUATTRO: PERCHE' NON MANDATE ANCHE IL CONFINE AUSTRIACO? . SIETE VOI SIGNOR PRESIDENTE- RISPOSE IL SEGRETARIO- CHE AVETE DETTO DI ASPETTARE. MANDATELO- DISSE WILSON- . ED ALLORA IL SEGRETARIO CHIESE: QUAL' E' IL CONFINE? QUELLO DEL PATTO DI LONDRA? E WILSON DISSE: NO, PERCHE' IL CONFINE DEL PATTO DI LONDRA NON E' GIUSTO PER L' ITALIA. BISOGNA CHE SIANO ANNESSE ALL' ITALIA ANCHE LE VALLI DI TARVIS E DI SEXTEN, CHE INFATTI CI FURONO POI DATE. PAREVA LA CONCLUSIONE DEL FATALE DISSIDIO, ONDE IO DISSI AL PRESIDENTE: COSI' ANCHE LA QUESTIONE ADRIATICA E' A POSTO. RISPOSE: NO, IO, COME DISSI, APPROVO; MA PER IL COMPROMESSO TARDIEU CHE TROVO GIUSTO, BISOGNA CHE CI SIA IL CONSENSO DEGLI JUGOSLAVI. IO NON INTENDO IMPORRE LA MIA VOLONTA' AGLI JUGOSLAVI. QUESTO IO DICO A PROPOSITO DELLE PRETESE ODIERNE, PER QUESTO TRATTATO ORRIBILE CHE CI SI VUOLE IMPORRE. C' ERA ALLORA L' ASSENSO DI TUTTI E NON FU TRADOTTO IN ATTO PER RISPETTARE LA LIBERTA' DI CONSENSO DEGLI JUGOSLAVI. IO ATTESI UNA DECINA DI GIORNI E GLI JUGOSLAVI RISPOSERO CHE NON ACCETTAVANO, E QUINDI, LA PACE ADRIATICA SI TROVO' RISOSPINTA IN ALTO MARE. EBBI ALLORA LA SENSAZIONE PRECISA CHE IL MIO DOVERE ERA DI ANDARMENE. E FECI RITORNO A ROMA. CONVOCAI LA CAMERA E LA CRISI AVVENNE SENZ' ALTRO NELLA PRIMA SEDUTA, SU UNA SEMPLICE QUESTIONE DI PROCEDURA SOLLEVATA DA ME. PASSI ERANO STATI FATTI PRESSO DI ME DA ALTISSIMI PARLAMENTARI , NEL SENSO DI ATTENDERE E DI CERCARE UN ACCORDO; MA RISPOSI, CHE RITENEVO LA MIA FUNZIONE COME FINITA, E SENTIVO CHE RIMANENDO AL GOVERNO, CIO' FOSSE IN DANNO DEL PAESE. OCCORREVA CHE ALTRI SI PROVASSERO. E FU COSI' CHE ME NE ANDAI DAVVERO VOLONTARIAMENTE; ME NE ANDAI IN SEGUITO AL MANCATO, ULTIMO TENTATIVO DA ME FATTO ALLA CONFERENZA DI VERSAILLES, DI COMPORRE ALLORA E SUBITO LA QUESTIONE. SE QUEL TENTATIVO FOSSE RIUSCITO, NON AVREI AVUTO RAGIONE DI DIMETTERMI, NE' MI SAREI TROVATO IN CONDIZIONI POLITICAMENTE TALI DA GIUSTIFICARE LE MIE DIMISSIONI. ORA, IO AVEVO GIA' DETTO CHIARAMENTE A MONSIGNOR CERRETTI, PROPRIO A CONCLUSIONE DELLE NOSTRE TRATTATIVE, QUANDO EGLI MI DOMANDO' SE POTESSIMO PUBBLICARE L' ACCORDO: ASPETTATE; BISOGNA VEDERE QUI COME LE COSE SI CONCLUDONO. SE POSSO TORNARE NEL MIO PAESE COME IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, CHE HA VINTO LA GUERRA ED HA CONCLUSO LA PACE ( UNA PACE, CHE IO SAPEVO CHE TUTTI GLI ITALIANI AVREBBERO ACCETTATA IN QUEL TEMPO, E TANTE COSE SI SAREBBERO IN SEGUITO EVITATE ) , SE CIO' AVVIENE, POSSO ALLORA DEGNAMENTE PRESENTARE E FARE ACCOGLIERE IL NOSTRO ACCORDO. AVRO' , IN TALI CONDIZIONI, TUTTO IL PRESTIGIO NECESSARIO IN QUESTA MIA AZIONE DI GOVERNO; ED IL PAESE, IN UNO STATO DI EUFORIA PER I TANTI PERICOLI AFFRONTATI E SORMONTATI, SARA' CON ME E ACCOGLIERA' CON ENTUSIASMO ANCHE QUEST' ALTRA OPERA DI PACE. ALTRIMENTI, NO; E NON CONVIENE NE' A NOI NE' A VOI CHE UN ATTO DI TANTA IMPORTANZA STORICA AVVENGA IN UN MOMENTO DI GRAVE PERTURBAMENTO , QUANDO L' UOMO POLITICO CHE DEVE COMPIERLO NON NE HA PIU' L' AUTORITA' SUFFICIENTE. RICORDO QUESTO MIO PROPOSITO E ME NE VANTO: MA ME NE VANTO NON COME PERSONA, BENSI' COME RAPPRESENTANTE DELLA TRADIZIONE DI COLORO CHE SONO STATI GLI UOMINI DI GOVERNO DELLA ITALIETTA, IN CUI E' ANCHE COMPRESO FRANCESCO NITTI, CHE IN TALE TRADIZIONE E' CON ME SOLIDALE, ANCHE SE SIA DI PARECCHIO PIU' GIOVANE. ( SI RIDE) . E' CERTO CHE SE IO IN QUEL MOMENTO AVESSI VOLUTO FAR PRECEDERE AD OGNI ALTRA CONSIDERAZIONE LA SODISFAZIONE PERSONALE DI PASSARE ALLA STORIA COME COLUI CHE AVEVA CONCLUSO LA QUESTIONE ROMANA, LO POTEVO; MA NON LO VOLLI E NON ME NE PENTO. UN' ITALIA LIBERA PUO' OGGI LIBERAMENTE CONSERVARE GLI ACCORDI, CHE IO ALLORA AVEVO PRESO IN UN MOMENTO DECISIVO PER LA VITA DEL PAESE. ( VIVI APPLAUSI- MOLTE CONGRATULAZIONI) .
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