| La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Renzo INNOCENTI, presidente e relatore, illustra
gli abbinati provvedimenti, diretti a ripristinare la
festività nazionale del 2 giugno. Dopo aver sottolineato la
sostanziale coincidenza dei testi all'esame, ricorda che uno
di essi è stato già approvato dal Senato. Nel merito, fa
presente che, a decorrere dal 1977, il 2 giugno ha cessato di
essere considerato giorno festivo per effetto dell'articolo 1,
comma 2, della legge 5 marzo 1977, n. 54. Tale disposizione ha
altresì stabilito che la celebrazione della suddetta festa
abbia luogo nella prima domenica di giugno. Occorre rilevare
che con il ripristino della festività nazionale dovrebbero
venir meno gli oneri connessi alla cosiddetta "monetizzazione"
delle festività eventualmente non godute.
In conclusione, propone di esprimere parere favorevole sul
provvedimento, senza condizioni né osservazioni.
Giancarlo LOMBARDI (PD-U) ritiene che debba essere
chiarito con la legge il regime delle cosiddette festività
soppresse, nel senso che se viene reintrodotta la festività
del 2 giugno, la stessa legge dovrebbe ridurre di un giorno i
previsti recuperi delle ex festività.
Renzo INNOCENTI, presidente e relatore, ricorda
che la legge n. 54 del 1977 si è limitata a sopprimere le
festività religiose e civili. Solo successivamente la
contrattazione collettiva ha introdotto misure di
accompagnamento per la disciplina dei giorni di recupero
compensativo e della retribuzione dovuta nelle ipotesi di
mancata fruizione di tale recupero.
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Giancarlo LOMBARDI (PD-U) esprime la sua personale
contrarietà ai progetti di legge in esame. Infatti, già nel
1977 si riscontrò la presenza di troppe festività nel nostro
Paese, specie in confronto con gli altri paesi europei. A ciò
si deve aggiungere la festa della Repubblica non è stata
soppressa, ma solo rinviata alla prima domenica di giugno.
Pertanto, non ravvisa le ragioni di opportunità del
provvedimento.
Gaetano COLUCCI (AN) condivide, a titolo personale, le
perplessità del deputato Lombardi, sottolineando che l'attuale
momento economico non è molto più favorevole del 1977.
Annuncia, pertanto, la propria astensione sulla proposta di
parere del relatore.
Elena Emma CORDONI (DS-U) ritiene che debbano rimanere
distinte le perplessità di merito dal parere che la
Commissione è chiamata ad esprimere in sede consultiva sugli
aspetti di propria competenza. In ogni caso, considera
prevalente il valore politico e simbolico del ripristino della
festa della Repubblica rispetto alle limitate conseguenze
sulla disciplina del rapporto di lavoro.
La Commissione approva la proposta di parere favorevole
del relatore.
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