| ONOREVOLI COLLEGHI, NON MI FACCIO MOLTE ILLUSIONI SULLA POSSIBILITA' CHE IL MIO EMENDAMENTO SIA APPROVATO. VI SONO ALCUNI PRINCIPI DOTTRINALI CHE SONO DIFESI ADDIRITTURA CON FURORE TEOLOGICO. VI E' ANCHE UNA REALTA' PARLAMENTARE CHE NON SI PUO' NEGARE. HO PRESENTATO QUESTO EMENDAMENTO, PERCHE' RISPONDE AI POSTULATI ED ALLA TRADIZIONE DI TUTTA LA DOTTRINA CRISTIANO-SOCIALE, CHE E' BASATA SUL SOLIDARISMO. NOI RITENIAMO CHE ANCHE NEL PIU' PICCOLO BARATTO RICORRA UN PRINCIPIO DI SOLIDARIETA' UMANA, CHE NON SI PUO' NEGARE. RITENIAMO CHE UN GIORNO AVREMO RAGIONE, PERCHE' IL CUORE HA SEMPRE RAGIONE. PERCHE' HO PRESENTATO L' EMENDAMENTO? ANZITUTTO, PER UNA RAGIONE LOGICA, DIREI ADDIRITTURA GRAMMATICALE. SULL' ARTICOLO 43 PR, COM' E' FORMULATO DALLA COMMISSIONE, SI IMPONE SUBITO UNA DOMANDA: A FAVORE DI CHI I LAVORATORI HANNO DIRITTO DI PARTECIPARE ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE? E POI SI PONE UN PROBLEMA PRECISO: SE L' ATTUALE ORGANIZZAZIONE SOCIALE RISPONDE A PRINCIPI ASSOLUTAMENTE INSUPERABILI E SE, QUINDI, OGNI VOLONTARISMO ECONOMICO SIA ASSOLUTAMENTE FUORI DI POSTO, OPPURE SE DOBBIAMO ALMENO TENTARE DI TRASFORMARLA E DI SUPERARLA, PERCHE' RISPONDA, NON SOLO AL PRINCIPIO DELLA MASSIMA PRODUTTIVITA' , MA ALTRESI' A QUELLO DELLA GIUSTIZIA SOCIALE. COME SUPERARLA? NOI NON CREDIAMO NELLA PALINGENESI FINALE, NEL ROVESCIAMENTO DELL' ECONOMIA CAPITALISTICA. NON CREDIAMO CHE L' ECONOMIA CAPITALISTICA SI POSSA ROVESCIARE IN UN NUOVO ORDINAMENTO SOCIALE, ANCHE PERCHE' TEMIAMO TUTTO CIO' , NON TANTO PERCHE' SI ROVESCEREBBE COLLE SUE GERARCHIE GIA' PRONTE E COLLE SUE STRUTTURE TECNICHE, MA ALTRESI' SI ROVESCEREBBE NEL NUOVO ORDINAMENTO COLLETTIVISTICO, COL SUO SPIRITO FAUSTIANO, CHE E' SPIRITO DI NEGAZIONE SOSTANZIALE DEI BENI SPIRITUALI DELL' UOMO. D' ALTRA PARTE, C' E' UNA QUESTIONE DI TEMPO. SE DOBBIAMO ASPETTARE QUESTA FAMOSA PALINGENESI, ASPETTEREMO FORSE DEI SECOLI, CERTAMENTE DEI DECENNI. IL LAVORATORE HA, INVECE, IL DIRITTO DI PARTECIPARE SUBITO A QUELLO CHE SI E' CHIAMATO IL BANCHETTO COMUNE. VI SONO OBIEZIONI FATTE DA TUTTE LE PARTI. CHI LE HA FATTE CON MAGGIORE EFFICACIA E' UN GRANDE MAESTRO, MAFFEO PANTALEONI. EGLI FACEVA DUE OSSERVAZIONI: PRIMA, CHE SE CIO' CHE SI DA' ALL' OPERAIO EGUAGLIA ALMENO IL SUO CONTRIBUTO DI LAVORO, L' AZIENDA PUO' VIVERE, ALTRIMENTI NO; LA SECONDA: CHE EGLI NON RIESCE A RENDERSI CONTO COME VI POSSANO ESSERE PIU' IMPRESARI IN UNA UNICA AZIENDA. ORA A ME SEMBRA, CON TUTTO IL RISPETTO PER L' INSIGNE MAESTRO, CHE EGLI NON ABBIA MESSO ESATTAMENTE A FUOCO IL PROBLEMA. NON SI TRATTA DI UNA QUESTIONE DI UTILITA' MARGINALE DEL LAVORO, MA DI FAR PARTECIPARE I LAVORATORI AL PROFITTO DELLE AZIENDE. QUANDO SI DICE PROFITTI SEMBRA CHE SI DICA UNA COSA MOLTO SEMPLICE; SI DICE INVECE UNA COSA MOLTO COMPLESSA, CHE NON E' STATA NEANCHE ESPLORATA A SUFFICIENZA DAGLI STESSI ECONOMISTI; SI DICE UNA COSA MISTERIOSA. POSSIAMO ANALIZZARE COSTI, INTERESSE SUL CAPITALE, COMPENSO PER IL RISCHIO, COMPENSO PER IL LAVORO DI DIREZIONE, MA NON BASTA; VI SONO LE RENDITE DI TIPO MARXIANO, QUELLE FAMOSE RENDITE CHE SI FORMANO NON SI SA COME, CHE NON SONO DOVUTE ALL' ABILITA' , AL RISCHIO DELL' IMPRESARIO, QUANTO A UNA SERIE DI NUMEROSI ELEMENTI: POPOLAZIONE, STRUTTURA TECNICA E TANTE ALTRE COSE CHE NON DIPENDONO AFFATTO DALL' AZIENDA. ORA, QUANDO SI DOMANDA DI FAR PARTECIPARE IL LAVORATORE A UNA PIU' EQUA RIPARTIZIONE DEL PROFITTO, SI RISPONDE AD UNA NECESSITA' , AD UNA GIUSTIZIA CHE PERFINO STUART MILL AVEVA AFFERMATA E NELLO STESSO TEMPO SI ACCRESCE LA PRODUTTIVITA' DELL' AZIENDA. IMPRESARIO UNICO. ANCHE QUI HO L' IMPRESSIONE CHE L' INSIGNE MAESTRO NON SI RENDESSE BEN CONTO DI QUELLO CHE SI VOLEVA. COMUNQUE, NOI ABBIAMO DETTO CHE A TAL FINE LA LEGGE RICONOSCERA' IL DIRITTO DELLE CATEGORIE LAVORATRICI DI ESSERE RAPPRESENTATE NEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DELLE RISPETTIVE IMPRESE, A PRESCINDERE DA QUALSIASI PARTECIPAZIONE AZIONARIA. QUESTO PERCHE' VOGLIAMO CHE IL LAVORO SIA RAPPRESENTATO AL SOLO TITOLO DI ESSERE LAVORO; MA ABBIAMO PARLATO PRIMA DELLA GESTIONE E DEI CAPITALI DELLE GRANDI IMPRESE CAPITALISTICHE. CI RENDIAMO CONTO CHE NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE LA FIGURA DELL' IMPRENDITORE E' ANCORA ESSENZIALE. SIAMO MOLTO PERPLESSI DAVANTI ALLA ESSENZIALITA' DI QUESTA GRANDE FIGURA NELLE GRANDI IMPRESE, DOVE NON C' E' PIU' L' IMPRESARIO, L' IMPRENDITORE, MA SEMPLICEMENTE AZIONISTI; DOVE LA STRUTTURA DELLE IMPRESE E' COMPLESSA E DIVERSA DI QUELLA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE. FINALMENTE ABBIAMO PARLATO DI FAVORIRE L' ACCESSO ALL' INVESTIMENTO AZIONARIO DEL LIBERO RISPARMIO DEI LAVORATORI, PERCHE' SIAMO CONVINTI CHE SI DOVRA' UN GIORNO ARRIVARE ALL' AZIONARIATO DEL LAVORO, A QUELLA COLLABORAZIONE DEL CAPITALE E DEL LAVORO, CHE DOVRA' PORTARE AD UNA PIU' EQUA E PIU' GIUSTA SOCIETA' ; PERCHE' , RIPETO, PUO' DARSI CHE LA DOTTRINA DI OGGI CI DIA TORTO, MA I FATTI CI DARANNO RAGIONE, PERCHE' IL CUORE, LA FRATERNITA' UMANA HANNO SEMPRE RAGIONE. ( APPLAUSI AL CENTRO) . | |