| RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
nei confronti dell'onorevole
SITRA
per il reato di cui all'articolo 595, primo e terzo comma,
del codice penale
(diffamazione col mezzo della stampa)
TRASMESSA DAL TRIBUNALE DI CROTONE
E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
il 26 luglio 1996
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IL TRIBUNALE DI CROTONE
Decidendo sulla richiesta avanzata dalla difesa
dell'imputato in ordine all'applicabilità al caso di specie in
favore dell'imputato stesso dell'articolo 68, primo comma,
della Costituzione, e ciò ai sensi dell'articolo 2 del
decreto-legge 10 luglio 1996, n. 357;
osservato che all'imputato Sitra Giancarlo è contestato
il reato di cui all'articolo 595, primo e terzo comma, del
codice penale, ai danni dell'architetto Tommaso Tedesco per
aver trasmesso lettera aperta a propria firma al periodico
Il Crotonese che la pubblicava sul n. 48 del 24 giugno
1994, lettera contenente espressioni che si assumono offensive
della reputazione e del decoro professionale del Tedesco
Tommaso;
ritenuto che, seppur con interrogazione parlamentare al
Ministro per i beni culturali ed ambientali presentata
dall'onorevole Sitra nella seduta della Camera dei deputati
del 10 novembre 1993 venivano sottoposti all'attenzione ed
alle risposte del Ministro fatti relativi all'esecuzione di
lavori di ampliamento dei magazzini del Museo statale di
Crotone, con l'occupazione, in forza del decreto di esproprio
del prefetto di Catanzaro n. 1286 del 1^ settembre 1993, di un
suolo comunale da sempre adibito a giardino della più antica e
prestigiosa scuola elementare della città, denominata
"Principe di Piemonte", lamentando deturpamento sotto il
profilo urbanistico e danno al servizio pubblico preesistente
della scuola dell'obbligo, tale specifico fatto oggetto
appunto di detta interrogazione, appare solo spunto in
relazione alla successiva vicenda con scambio di lettere
aperte tra il Tedesco (non menzionato nell'interrogazione
parlamentare) ed il Sitra Giancarlo, non potendosi invece
ritenere che la lettera a firma dell'imputato, oggetto della
contestazione, sia, almeno nella parte concernente i
riferimenti personali al Tedesco Tommaso ed alla sua generale
attività di funzionario dipendente del comune di Crotone, da
intendere come attività divulgativa connessa alla precedente
interrogazione parlamentare e come tale coperta dalla
previsione di cui all'articolo 68, primo comma, della
Costituzione;
che nel rigettare la proposta eccezione, il processo va
sospeso e copia degli atti vanno trasmessi alla Camera dei
deputati alla quale il Sitra Giancarlo apparteneva come
deputato all'epoca dei fatti;
PER QUESTI MOTIVI
visto l'articolo 2 del decreto-legge 10 luglio 1996, n.
357;
rigetta la proposta eccezione ed ordina trasmettersi
copia degli atti alla Camera dei deputati per quanto di
competenza;
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sospende intanto il processo fino alla deliberazione
della Camera dei deputati e fissa fin da ora per il prosieguo
l'udienza del 18 dicembre 1996 alle ore 9,00.
Crotone, 16 luglio 1996.
Il Presidente
Antonio Lucisano
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| RELAZIONE DELLA GIUNTA
PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE
(Relatore: BORROMETI)
sulla
RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
nei confronti dell'onorevole
SITRA
deputato all'epoca dei fatti
per il reato di cui all'articolo 595, primo e terzo comma,
del codice penale
(diffamazione col mezzo della stampa)
TRASMESSA DAL TRIBUNALE DI CROTONE
E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
il 26 luglio 1996
Pervenuta alla Presidenza il 20 gennaio 1997
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Onorevoli Colleghi! - Con ordinanza del 16 luglio 1996
il Presidente del Tribunale di Crotone ha trasmesso alla
Camera una richiesta di deliberazione in materia di
insindacabilità concernente l'onorevole Giancarlo SITRA,
deputato nella XI legislatura e, in particolare, all'epoca dei
fatti dedotti in giudizio. Per rappresentare adeguatamente la
realtà dei fatti, che non traspare in modo compiuto dalla
richiesta formulata dal Tribunale, vale la pena di riportare
in primo luogo il capo di imputazione, indi una breve
narrativa del contesto nel quale si sono svolti i fatti, così
come rappresentati alla Giunta dal medesimo onorevole Sitra
(e, peraltro, debitamente verificati in atti).
Il capo di imputazione consiste nell'ipotesi di reato di
diffamazione col mezzo della stampa "per avere, mediante una
lettera aperta a propria firma pubblicata sul n. 48 del
periodico giornalistico Il Crotonese del 24 giugno 1994 (...)
offeso la reputazione e il decoro professionale di Tedesco
Tommaso", architetto presso il Comune di Crotone. Le frasi
asseritamente diffamatorie (riportate a titolo di esempio nel
capo di imputazione ed ivi definite " espressioni allusive
ed insinuanti ") sono le seguenti: " l'architetto Tommaso
Tedesco, un grigio funzionario del comune di Crotone ")
(...) " salvo che egli non pensi molto furbescamente di
cogliere, non debitamente un'occasione per tentare di
brillare, sia pure per un attimo, di luce riflessa " (...)
" ciò che non è consentito però è l'uso della bugia e
dell'imbroglio tanto più che a farne uso è un funzionario
della pubblica amministrazione " (...) " al settore dei
beni culturali tra imbrogli ed espropri una cosa non è
possibile espropriare: l'autorità del sindaco alla concessione
edilizia sul proprio territorio. Ed ecco allora aguzzare
l'ingegno dell'imbroglio con l'esecuzione dei lavori senza
licenza edilizia: splendido esempio di abusivismo attuato
dalla pubblica amministrazione " (...) " mentre il
sottoscritto conduceva la lotta all 'abusivismo edilizio
l'architetto Tedesco, oggi così loquace, taceva come cittadino
e come espressione della società civile e scappava come
funzionario incaricato di procedere alle opere abusive per
falsi problemi di competenza funzionale ".
Esposto il capo di imputazione, vale la pena di fare un
passo indietro per chiarire il contesto nell'ambito del quale
si collocano le frasi incriminate.
In data 10 novembre 1993 il deputato Sitra presentava
un'interrogazione al Ministro dei beni culturali ed ambientali
(n. 4-19743, atti Camera XI legislatura, All. B ai
resoconti della seduta del 10 novembre 1993 pag. 15318)
riferita ai lavori di ampliamento dei magazzini del museo di
Crotone. In essa si lamentava che con il decreto di esproprio
di un suolo comunale, "da sempre adibito a giardino della più
antica e prestigiosa scuola della città", non solo si era
privata la città medesima dell'unica area a verde esistente
nel centro storico, riducendo peraltro la sicurezza e la
funzionalità della scuola per i cinquecento alunni della
elementare e i duecento bambini della materna (nonchè per il
personale docente e non), ma anche che, "in spregio alle norme
del piano regolatore generale e di ben altre più qualificanti
pubbliche utilità, si inserivano nuove e brutte costruzioni in
una zona della città dove vi era assoluto divieto di
edificare, modificando e deturpando sotto il profilo
urbanistico un luogo di altissimo valore architettonico,
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archeologico, storico e sociale". Chiedeva pertanto che il
Ministro valutasse l'opportunità di disporre immediatamente la
sospensione dei lavori, provvedendosi a localizzare un'altra
area per i depositi del museo.
In data 6 giugno 1994, su invito delle organizzazioni
sindacali di Crotone l'onorevole Sitra partecipava, nella sua
qualità di parlamentare locale, insieme al deputato Siciliani
ed al senatore Pugliese, ad un incontro con i lavoratori del
museo archeologico di Crotone sul tema: "i giacimenti
culturali di Crotone e la loro realizzazione". All'incontro
seguiva una conferenza stampa e in quella sede un giornalista
di una TV locale, intervistando il parlamentare chiedeva come
mai "nonostante un'ordinanza di sospensione del sindaco e
un'interrogazione di un parlamentare i lavori di ampliamento
del deposito del museo di Crotone, precedentemente sospesi per
irregolarità, erano invece ripresi". In tale sede il deputato
Sitra faceva presente di essere pronto a riprendere
l'iniziativa parlamentare con il nuovo Governo.
Nei giorni successivi all'intervista, i giornali e le TV
locali davano grande risalto ad una "lettera aperta
all'onorevole Giancarlo Sitra" a firma dell'architetto Tommaso
Tedesco, funzionario del Comune. In tale lettera, dopo una
lunga confutazione, in termini tecnici e giuridici, degli
argomenti esposti dal deputato, si affermava espressamente:
"se i fatti stanno come Lei afferma, il sottoscritto, in
qualità di ingegnere capo dei lavori e quindi di massimo
responsabile per questi lavori, del Ministero dei beni
culturali e ambientali, è reo in prima persona di tale abuso"
e ancora: "dalle altre affermazioni fatte nella citata
intervista risulta chiaro inoltre che Lei il progetto non lo
ha assolutamente visionato" e infine: "penso, inoltre, che
sono i tecnici ingegneri e architetti, abilitati a dover
valutare l'inserimento architettonico degli edifici ed il modo
di recuperarli e che in ordine di priorità, andrebbero
demolite per la loro bruttura come Lei afferma decine di
edifici pubblici e centinaia di costruzioni private, prima del
museo".
Il deputato Sitra ha fatto presente, come peraltro risulta
in atti, che, nella sua prima intervista, egli non aveva fatto
alcun riferimento al suddetto architetto, in quanto ne
ignorava il suo coinvolgimento nei lavori.
Il medesimo deputato ha inoltre fatto presente che
l'architetto Tedesco, oltre ad essere un funzionario del
Comune, svolge politica attiva, essendo stato più di una
volta, senza successo, candidato al Comune di Crotone, in uno
schieramento opposto a quello dell'onorevole Sitra.
Da ciò il deputato Sitra ha dedotto, attraverso l'articolo
nel quale si concreterebbe l'asserita diffamazione, che
l'intervento dell'architetto Tedesco, lungi dall'aver un
contenuto meramente tecnico, avesse un preciso significato
politico e fosse inteso a gettare discredito sul deputato
Sitra, sulla base di dati tecnici asseritamente
incontrovertibili, laddove invece i responsabili politici e
amministrativi effettivamente investiti della decisione della
deroga al piano regolatore, quali, ad esempio, il sindaco, il
prefetto e il sovrintendente per i beni culturali ed
ambientali, avevano assunto una posizione molto più
equilibrata e possibilista sulle obiezioni da lui mosse
nell'interrogazione parlamentare.
Infine va detto che il deputato Sitra in data 11 agosto
1994 presentava una nuova interrogazione sul medesimo
argomento al ministro dei beni ambientali e culturali, al
ministro dei lavori pubblici ed al ministro della pubblica
istruzione (n. 4-02921, A.C., XII leg., all. B. ai
Resoconti della seduta dell'11 agosto 1994, pag. 2484).
Dal contesto complessivo dei fatti che si sono esposti
risulta agevole ritenere che le frasi dedotte in giudizio
costituiscono l'espressione tipica di un'attività politica
strettamente connessa all'esercizio delle funzioni
parlamentari. Tutta la polemica, infatti, è nata da
un'interrogazione parlamentare, cui ha fatto seguito, più
tardi, un'altra interrogazione. Le interviste sui giornali
rappresentavano sostanzialmente un momento divulgativo
dell'attività ispettiva e la polemica con l'architetto Tedesco
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rappresentava un'evidente conseguenza di tale divulgazione,
anch'essa effettuata in un contesto chiaramente politico. E'
peraltro ormai un costante e consolidato orientamento della
Giunta quello di considerare coperte dalle prerogative di cui
all'articolo 68, primo comma, della Costituzione, tutte le
opinioni lato sensu riconducibili all'attività politica
e parlamentare.
Per questi motivi, la Giunta, a larga maggioranza, nella
seduta del 5 dicembre 1996, ha deliberato di proporre
all'Assemblea che i fatti per i quali è in corso il
procedimento concernono opinioni espresse da un membro del
Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
Antonio BORROMETI, Relatore
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