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Domande di autorizzazioni a procedere della XIII Legislatura

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57
DOC4T-0035
DOC IV ter n. 35 Legisl. XIII
26-07-96 [ DOC13-4TER-35 DO C134TER0035 13DOC4TER 00035 DOC13-4TER-35A 13DOC4TER 00035 A 000300042 DOC4TER 00035 000004T003500000101000305SI1 3 000101000412SI1 4 0000 00 00 ]
  RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
  AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
            NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
                 nei confronti dell'onorevole
                            SITRA
  per il reato di cui all'articolo 595, primo e terzo comma,
                      del codice penale
            (diffamazione col mezzo della stampa)
              TRASMESSA DAL TRIBUNALE DI CROTONE
           E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
                      il 26 luglio 1996
 
                              Pag.2
 
                   IL TRIBUNALE DI CROTONE
      Decidendo sulla richiesta avanzata dalla difesa
  dell'imputato in ordine all'applicabilità al caso di specie in
  favore dell'imputato stesso dell'articolo 68, primo comma,
  della Costituzione, e ciò ai sensi dell'articolo 2 del
  decreto-legge 10 luglio 1996, n. 357;
        osservato che all'imputato Sitra Giancarlo è contestato
  il reato di cui all'articolo 595, primo e terzo comma, del
  codice penale, ai danni dell'architetto Tommaso Tedesco per
  aver trasmesso lettera aperta a propria firma al periodico
  Il Crotonese  che la pubblicava sul n. 48 del 24 giugno
  1994, lettera contenente espressioni che si assumono offensive
  della reputazione e del decoro professionale del Tedesco
  Tommaso;
        ritenuto che, seppur con interrogazione parlamentare al
  Ministro per i beni culturali ed ambientali presentata
  dall'onorevole Sitra nella seduta della Camera dei deputati
  del 10 novembre 1993 venivano sottoposti all'attenzione ed
  alle risposte del Ministro fatti relativi all'esecuzione di
  lavori di ampliamento dei magazzini del Museo statale di
  Crotone, con l'occupazione, in forza del decreto di esproprio
  del prefetto di Catanzaro n. 1286 del 1^ settembre 1993, di un
  suolo comunale da sempre adibito a giardino della più antica e
  prestigiosa scuola elementare della città, denominata
  "Principe di Piemonte", lamentando deturpamento sotto il
  profilo urbanistico e danno al servizio pubblico preesistente
  della scuola dell'obbligo, tale specifico fatto oggetto
  appunto di detta interrogazione, appare solo spunto in
  relazione alla successiva vicenda con scambio di lettere
  aperte tra il Tedesco (non menzionato nell'interrogazione
  parlamentare) ed il Sitra Giancarlo, non potendosi invece
  ritenere che la lettera a firma dell'imputato, oggetto della
  contestazione, sia, almeno nella parte concernente i
  riferimenti personali al Tedesco Tommaso ed alla sua generale
  attività di funzionario dipendente del comune di Crotone, da
  intendere come attività divulgativa connessa alla precedente
  interrogazione parlamentare e come tale coperta dalla
  previsione di cui all'articolo 68, primo comma, della
  Costituzione;
        che nel rigettare la proposta eccezione, il processo va
  sospeso e copia degli atti vanno trasmessi alla Camera dei
  deputati alla quale il Sitra Giancarlo apparteneva come
  deputato all'epoca dei fatti;
                      PER QUESTI MOTIVI
        visto l'articolo 2 del decreto-legge 10 luglio 1996, n.
  357;
        rigetta la proposta eccezione ed ordina trasmettersi
  copia degli atti alla Camera dei deputati per quanto di
  competenza;
 
                              Pag.3
 
        sospende intanto il processo fino alla deliberazione
  della Camera dei deputati e fissa fin da ora per il prosieguo
  l'udienza del 18 dicembre 1996 alle ore 9,00.
      Crotone, 16 luglio 1996.
                        Il Presidente
                       Antonio Lucisano
 
                    RELAZIONE DELLA GIUNTA
              PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE
                   (Relatore: BORROMETI) 
                            sulla
  RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
  AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
            NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
                 nei confronti dell'onorevole
                            SITRA
                 deputato all'epoca dei fatti
  per il reato di cui all'articolo 595, primo e terzo comma,
                      del codice penale
            (diffamazione col mezzo della stampa)
              TRASMESSA DAL TRIBUNALE DI CROTONE
           E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
                      il 26 luglio 1996
         Pervenuta alla Presidenza il 20 gennaio 1997
 
                              Pag.2
 
     Onorevoli Colleghi! - Con ordinanza del 16 luglio 1996
  il Presidente del Tribunale di Crotone ha trasmesso alla
  Camera una richiesta di deliberazione in materia di
  insindacabilità concernente l'onorevole Giancarlo SITRA,
  deputato nella XI legislatura e, in particolare, all'epoca dei
  fatti dedotti in giudizio.  Per rappresentare adeguatamente la
  realtà dei fatti, che non traspare in modo compiuto dalla
  richiesta formulata dal Tribunale, vale la pena di riportare
  in primo luogo il capo di imputazione, indi una breve
  narrativa del contesto nel quale si sono svolti i fatti, così
  come rappresentati alla Giunta dal medesimo onorevole Sitra
  (e, peraltro, debitamente verificati in atti).
     Il capo di imputazione consiste nell'ipotesi di reato di
  diffamazione col mezzo della stampa "per avere, mediante una
  lettera aperta a propria firma pubblicata sul n. 48 del
  periodico giornalistico Il Crotonese del 24 giugno 1994 (...)
  offeso la reputazione e il decoro professionale di Tedesco
  Tommaso", architetto presso il Comune di Crotone.  Le frasi
  asseritamente diffamatorie (riportate a titolo di esempio nel
  capo di imputazione ed ivi definite "  espressioni allusive
  ed insinuanti  ") sono le seguenti: "  l'architetto Tommaso
  Tedesco, un grigio funzionario del comune di Crotone  ")
  (...) "  salvo che egli non pensi molto furbescamente di
  cogliere, non debitamente un'occasione per tentare di
  brillare, sia pure per un attimo, di luce riflessa  " (...)
  "  ciò che non è consentito però è l'uso della bugia e
  dell'imbroglio tanto più che a farne uso è un funzionario
  della pubblica amministrazione  " (...) "  al settore dei
  beni culturali tra imbrogli ed espropri una cosa non è
  possibile espropriare: l'autorità del sindaco alla concessione
  edilizia sul proprio territorio.  Ed ecco allora aguzzare
  l'ingegno dell'imbroglio con l'esecuzione dei lavori senza
  licenza edilizia: splendido esempio di abusivismo attuato
  dalla pubblica amministrazione  " (...) "  mentre il
  sottoscritto conduceva la lotta all 'abusivismo edilizio
  l'architetto Tedesco, oggi così loquace, taceva come cittadino
  e come espressione della società civile e scappava come
  funzionario incaricato di procedere alle opere abusive per
  falsi problemi di competenza funzionale  ".
     Esposto il capo di imputazione, vale la pena di fare un
  passo indietro per chiarire il contesto nell'ambito del quale
  si collocano le frasi incriminate.
     In data 10 novembre 1993 il deputato Sitra presentava
  un'interrogazione al Ministro dei beni culturali ed ambientali
  (n. 4-19743,  atti Camera XI legislatura, All.  B ai
  resoconti della seduta del 10 novembre 1993  pag. 15318)
  riferita ai lavori di ampliamento dei magazzini del museo di
  Crotone.  In essa si lamentava che con il decreto di esproprio
  di un suolo comunale, "da sempre adibito a giardino della più
  antica e prestigiosa scuola della città", non solo si era
  privata la città medesima dell'unica area a verde esistente
  nel centro storico, riducendo peraltro la sicurezza e la
  funzionalità della scuola per i cinquecento alunni della
  elementare e i duecento bambini della materna (nonchè per il
  personale docente e non), ma anche che, "in spregio alle norme
  del piano regolatore generale e di ben altre più qualificanti
  pubbliche utilità, si inserivano nuove e brutte costruzioni in
  una zona della città dove vi era assoluto divieto di
  edificare, modificando e deturpando sotto il profilo
  urbanistico un luogo di altissimo valore architettonico,
 
                              Pag.3
 
  archeologico, storico e sociale".  Chiedeva pertanto che il
  Ministro valutasse l'opportunità di disporre immediatamente la
  sospensione dei lavori, provvedendosi a localizzare un'altra
  area per i depositi del museo.
     In data 6 giugno 1994, su invito delle organizzazioni
  sindacali di Crotone l'onorevole Sitra partecipava, nella sua
  qualità di parlamentare locale, insieme al deputato Siciliani
  ed al senatore Pugliese, ad un incontro con i lavoratori del
  museo archeologico di Crotone sul tema: "i giacimenti
  culturali di Crotone e la loro realizzazione".  All'incontro
  seguiva una conferenza stampa e in quella sede un giornalista
  di una TV locale, intervistando il parlamentare chiedeva come
  mai "nonostante un'ordinanza di sospensione del sindaco e
  un'interrogazione di un parlamentare i lavori di ampliamento
  del deposito del museo di Crotone, precedentemente sospesi per
  irregolarità, erano invece ripresi".  In tale sede il deputato
  Sitra faceva presente di essere pronto a riprendere
  l'iniziativa parlamentare con il nuovo Governo.
     Nei giorni successivi all'intervista, i giornali e le TV
  locali davano grande risalto ad una "lettera aperta
  all'onorevole Giancarlo Sitra" a firma dell'architetto Tommaso
  Tedesco, funzionario del Comune.  In tale lettera, dopo una
  lunga confutazione, in termini tecnici e giuridici, degli
  argomenti esposti dal deputato, si affermava espressamente:
  "se i fatti stanno come Lei afferma, il sottoscritto, in
  qualità di ingegnere capo dei lavori e quindi di massimo
  responsabile per questi lavori, del Ministero dei beni
  culturali e ambientali, è reo in prima persona di tale abuso"
  e ancora: "dalle altre affermazioni fatte nella citata
  intervista risulta chiaro inoltre che Lei il progetto non lo
  ha assolutamente visionato" e infine: "penso, inoltre, che
  sono i tecnici ingegneri e architetti, abilitati a dover
  valutare l'inserimento architettonico degli edifici ed il modo
  di recuperarli e che in ordine di priorità, andrebbero
  demolite per la loro bruttura come Lei afferma decine di
  edifici pubblici e centinaia di costruzioni private, prima del
  museo".
     Il deputato Sitra ha fatto presente, come peraltro risulta
  in atti, che, nella sua prima intervista, egli non aveva fatto
  alcun riferimento al suddetto architetto, in quanto ne
  ignorava il suo coinvolgimento nei lavori.
     Il medesimo deputato ha inoltre fatto presente che
  l'architetto Tedesco, oltre ad essere un funzionario del
  Comune, svolge politica attiva, essendo stato più di una
  volta, senza successo, candidato al Comune di Crotone, in uno
  schieramento opposto a quello dell'onorevole Sitra.
     Da ciò il deputato Sitra ha dedotto, attraverso l'articolo
  nel quale si concreterebbe l'asserita diffamazione, che
  l'intervento dell'architetto Tedesco, lungi dall'aver un
  contenuto meramente tecnico, avesse un preciso significato
  politico e fosse inteso a gettare discredito sul deputato
  Sitra, sulla base di dati tecnici asseritamente
  incontrovertibili, laddove invece i responsabili politici e
  amministrativi effettivamente investiti della decisione della
  deroga al piano regolatore, quali, ad esempio, il sindaco, il
  prefetto e il sovrintendente per i beni culturali ed
  ambientali, avevano assunto una posizione molto più
  equilibrata e possibilista sulle obiezioni da lui mosse
  nell'interrogazione parlamentare.
     Infine va detto che il deputato Sitra in data 11 agosto
  1994 presentava una nuova interrogazione sul medesimo
  argomento al ministro dei beni ambientali e culturali, al
  ministro dei lavori pubblici ed al ministro della pubblica
  istruzione (n. 4-02921,  A.C., XII leg., all. B. ai
  Resoconti della seduta dell'11 agosto 1994,  pag. 2484).
     Dal contesto complessivo dei fatti che si sono esposti
  risulta agevole ritenere che le frasi dedotte in giudizio
  costituiscono l'espressione tipica di un'attività politica
  strettamente connessa all'esercizio delle funzioni
  parlamentari.  Tutta la polemica, infatti, è nata da
  un'interrogazione parlamentare, cui ha fatto seguito, più
  tardi, un'altra interrogazione.  Le interviste sui giornali
  rappresentavano sostanzialmente un momento divulgativo
  dell'attività ispettiva e la polemica con l'architetto Tedesco
 
                              Pag.4
 
  rappresentava un'evidente conseguenza di tale divulgazione,
  anch'essa effettuata in un contesto chiaramente politico.  E'
  peraltro ormai un costante e consolidato orientamento della
  Giunta quello di considerare coperte dalle prerogative di cui
  all'articolo 68, primo comma, della Costituzione, tutte le
  opinioni  lato sensu  riconducibili all'attività politica
  e parlamentare.
     Per questi motivi, la Giunta, a larga maggioranza, nella
  seduta del 5 dicembre 1996, ha deliberato di proporre
  all'Assemblea che i fatti per i quali è in corso il
  procedimento concernono opinioni espresse da un membro del
  Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
                                 Antonio BORROMETI,  Relatore
 
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