| l' a. polemizza contro quanti sostengono che il voto del referendum
non e' significativo politicamente; innanzitutto egli sostiene che
esso, sia pure su una questione ben delimitata come il divorzio, ha
ottenuto un risultato immediatamente configurabile, cosa che
difficilmente si verifica con le elezioni politiche, che
sostanzialmente in italia hanno sempre lasciato le cose invariate. e
in secondo luogo il voto del 12 maggio non e' un voto strano, anomalo
e improponibile in sede politica: e' il voto di uno schieramento
progressista, sia pure risultato superiore al previsto, ma gia'
delineatosi precedentemente e che dal 1946 in poi ha costantemente
spostato a proprio favore i rapporti di forza. cio' che l' a. auspica
e' che tale schieramento, che si e' ora espresso in una riforma di
contenuto civile, possa anche esprimersi in riforme di contenuto
economico-sociale, soprattutto a livello regionale e dei grandi
comuni urbani.
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