| l' a. prende spunto dal recente congresso di magistratura democratica
per una riflessioni sui rapporti fra sistema giudiziario e problemi
politico istituzionali aperti nella fase attuale. si tratta, afferma
l' a., di verificare i punti su cui si e' finora fondata la
cosiddetta giurisprudenza alternativa: l' affermazione che la
costituzione all' art. 3 secondo comma rende legittima un'
interpretazione delle norme giuridiche che tenda a privilegiare le
posizioni delle classi piu' deboli; l' assegnazione al giudice di una
funzione di "supplenza" nei confronti del potere politico, allorche'
questo non riesca a realizzare una soddisfacente mediazione dei
conflitti sociali; la ricerca di una legittimazione diretta del
potere giudiziario, al di la' ed oltre ogni mediazione politica,
attraverso la sua apertura al "sociale". l' a. ritiene che oggi, nel
momento in cui assistiamo ad una dilatazione dell' egemonia della
classe operaia, il riferimento alla giurisprudenza alternativa e alla
supplenza del giudice e' obiettivamente inadeguato. si affaccia oggi
l' esigenza, a giudizio dell' a., di modificare lo stesso asse
culturale della scienza giuridica, per farne sempre piu' una scienza
comprensiva del ruolo della mediazione legislativa nella societa'
civile, nella direzione del grande processo di ricomposizione sociale
e politico che e' in atto nel nostro paese, verso una nuova forma di
unita', verso nuovi strumenti e nuove istituzioni di democrazia e
partecipazione.
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