| l' a. sottolinea che, negli ultimi decenni, risultano diminuiti i
reati, tipici di societa' arretrate, di violenza contro la persona,
costituiti da omicidi volontari e preterintenzionali, percosse e
lesioni volontarie, violenza carnale e atti di libidine violenta,
mentre sono in notevole aumento i furti, le rapine, i sequestri di
persona e cioe' i reati di carattere patrimoniale. questi rilievi
sommari, a giudizio dell' a., impongono una considerazione
fondamentale: l' aumento dei soli reati contro il patrimonio si
ricollega al tipo di societa' che e' andata formandosi nell' area
urbana del nostro paese in seguito al rapido e disordinato processo
di industrializzazione che ha comportato, in tempi ristretti, il
trasferimento di grandi masse dalla campagna e dal sud verso i grandi
agglomerati urbani, soprattutto quelli del triangolo industriale.
cio' ha comportato, aggiunge l' a., lo sviluppo di desolate periferie
urbane, prive di servizi collettivi e di qualsiasi elemento di
coesione sociale, periferie che hanno segnato l' emarginazione di
questi gruppi e soprattutto degli strati giovanili. questo insieme di
fattori ha contribuito alla creazione una vera e propria
sottocultura, caratterizzata da spinte antisociali, esasperato
individualismo ed aggressivita'. l' a. sostiene, infine, che il grave
stadio del problema richiede anche, nell' immediato, un' attenta
considerazione del momento repressivo, per il quale tuttavia non sono
necessarie nuove misure legislative, ma semplicemente la restituzione
ad un minimo di efficienza di tutti gli apparati dello stato. e'
urgente, soprattutto, l' elaborazione, da parte delle sinistre, di
una strategia comune che consideri realisticamente la gravita' del
fenomeno e l' irrinunciabilita' dei fondamentali principi
garantistici della costituzione.
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