| l' a. prende spunto dall' approvazione della legge n. 405 del luglio
1975, per l' istituzione dei consultori familiari ed esamina i
compiti e le funzioni di essi, anche in relazione al problema dell'
aborto. l' a. rileva, in primo luogo, le gravi carenze della legge
nazionale, che si possono riassumere in tre punti essenziali: il
primo consiste nella possibilita' di finanziamento di consultori
privati con denaro pubblico; il secondo sta nel titolo stesso della
legge "istituzione di consultori familiari", che indica in tal modo
la coppia e la famiglia come destinatari del servizio, perpetuando
una concezione restrittivamente familistica dei consultori; il terzo
consiste nel non aver previsto la gestione sociale del servizio. l'
a. sostiene inoltre che le leggi regionali, pur nelle loro differenti
formulazioni, che rispecchiano il clima politico prevalente in
ciascuna di esse, hanno in genere portato dei miglioramenti alla
legge nazionale. l' a. si sofferma sulle funzioni dei consultori e,
per quanto riguarda il problema dell' aborto, rileva l' urgenza dell'
approvazione di una legge nazionale che consenta di non considerare
piu' l' aborto come un reato e dia possibilita' reali di eliminare
gli aborti clandestini. alcune leggi regionali, afferma infine l' a.,
sono state formulate in modo da lasciare una possibilita' di aborto
in consultorio, qualora la legge nazionale lo ammetta.
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