| i rapporti fra persone e comunita', fra comunita' civile e stato,
hanno costituito da sempre un problema fondamentale nella storia
della civilta'. con questo studio l' a. difende il rifiuto di ogni
monismo di qualsiasi genere (sia esso sacrale, statuale, partitico,
sindacale) e propone un pluralismo sociale ed istituzionale, centrato
e pilotato dalla persona, attraverso una molteplicita' di forme
sociali diverse e caratterizzate da una specificita' di fini. da un
lato bisogna superare ogni individualismo chiuso e dall' altro ogni
monismo panstatuale, pampartitico ecc., per tendere ad un
comunitarismo personale e pluralista e quindi compartecipato e
solidale. l' a. distingue tre tipi di societa': quelle necessarie,
che emergono sempre storicamente, anche se in forme diverse: lo
stato, la comunita' familiare, la comunita' religiosa in senso lato;
quelle necessarie ma emergenti storicamente solo in aree
socio-culturali progredite, ad esempio le comunita' educative, le
comunita' professionali; infine quelle assolutamente libere e
spontanee. l' a. ritiene che per tutte queste forme di societa' si
debbano garantire le piu' ampie possibilita' di esistenza e di
organizzazione.
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