| l' a. riferisce le posizioni dei vari studiosi riguardo ai due
problemi di fondo che si pongono, quando ci si interroga sul
fascismo: il primo di questi problemi e' se il fascismo sia stato un
logico sviluppo della politica risorgimentale, oppure un frutto
abnorme, senza agganci con il passato "sano" della storia italiana;
l' altro problema e' se il fascismo sia stato un disegno cosciente
dei gruppi di potere, oppure una vittoria della piccola borghesia.
tra coloro che avevano sostenuto la continuita' fra risorgimento e
fascismo vi furono gobetti e, da parte fascista, volpe. questa tesi
della continuita' e' stata ripresa dall' inglese mack smith, che
ritrova nello stato d' italia una netta tradizione autoritaria
risalente ai tempi di cavour, e dal garin. contro la tesi della
continuita' prese posizione croce, per il quale nessun legame univa
il risorgimento al fascismo, il quale fu una "parentesi" nella storia
italiana. questa tesi che il fenomeno fascista ha avuto origine in
una crisi morale e' ripresa dal ritter. salvatorelli fa risalire l'
inizio del fascismo ai giorni in cui fu deciso l' intervento italiano
nella prima guerra mondiale e su questa linea si pone anche chabod.
per de rosa il fascismo e' derivato dall' errore di giolitti e dei
suoi collaboratori, che credettero di poterlo incanalare nel sistema
liberale e parlamentare; mentre scoppola rileva che le polemiche tra
il partito popolare ed il partito socialista preclusero la capacita'
di questi partiti a contrastare la violenza fascista. invece la tesi
degli autori marxisti, alatri e valeri, e' che il fascismo sia nato
da un preciso disegno politico delle classi dirigenti economiche che
reagirono con la forza alle rivendicazioni operaie.
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