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| IDG760900223 | |
| 76.09.00223 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| padovani t.
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| nota a cass. sez. iii pen. 28 settembre 1973
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| Giur. it., s. 7, an. 127 (1975), fasc. 4, pt. 2, pag. 189-192
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d541
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| l' a., prendendo spunto da una sentenza del supremo collegio, ricorda
come l' affermazione secondo cui l' art. 2 della legge 23 ottobre
1960, n. 1369 contemplerebbe tanti reati quanti sono i lavoratori
assunti e non un unico reato punito con pena proporzionale; e che ci
si trovi in presenza di reati istantanei ad effetti permanenti e non
di reati permanenti, sono dati pacifici in giurisprudenza. ma l' a.
contesta tale indirizzo, cui aderisce anche la sentenza che lo
scrivente annota, considerando che l' art. 2 impone la determinazione
della pena con riferimento ad ogni lavoratore occupato e ad ogni
giornata di occupazione; aderendo all' insegnamento della cassazione,
bisognerebbe concludere che non solo si avrebbero tanti reati quanti
lavoratori occupati, ma anche tanti reati quante sono le giornate di
occupazione. l' a. sostiene altresi' la applicabilita' della
continuazione data la presenza di un identico disegno criminoso nella
pluralita' di assunzioni, benche' la giurisprudenza della cassazione
sia orientata in senso negativo.
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| art. 1 l. 23 ottobre 1960, n. 1369
art. 2 l. 23 ottobre 1960, n. 1369
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| Ist. dir. penale - Univ. TO
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