| l' a. parte dal rifiuto dell' impostazione tradizionale del problema
dell' autonomia del diritto commerciale che definisce un falso
problema per giustificare l' indagine sulle origini e sull'
evoluzione della categoria "diritto commerciale", legata alle origini
e alla evoluzione del capitalismo. difatti, l' autonomia del diritto
commerciale perde di significato nella misura in cui, con il
passaggio dall' economia precapitalistica all' economia capitalistica
e da questa al capitalismo maturo, non soltanto il diritto
commerciale viene a identificarsi con le categorie giuridiche del
capitalismo, ma tutto l' ordinamento giuridico diventa riflesso e
proiezione delle strutture economiche capitalistiche. l' a. svolge la
ricerca attraverso le fasi: della societa' schiavistica soprattutto
greca e romana- in cui alcune anticipazioni di istituti commerciali
moderni si espressero essenzialmente sul terreno consuetudinario e
quindi non codificato; dal medio evo e della societa' comunale, nella
quale l' a. colloca la genesi del diritto commerciale moderno; ed
infine la fase successiva al passaggio dal feudalesimo -o meglio dai
residui dell' economia feudale, al capitalismo mercantile e
industriale. le tappe piu' importanti di quest' ultima fase sono la
formazione degli stati moderni e la graduale nazionalizzazione del
diritto, le rivoluzioni borghesi, le codificazioni della fine del
settecento e del primo ottocento. attraverso tali tappe il
capitalismo viene creando il suo diritto, in un mutevole equilibrio
tra liberismo e protezionismo: diritto civile e diritto commerciale
sono diritti di classe: dei proprietari il primo; dei commercianti (e
degli industriali) il secondo. attraverso la teoria dell' atto di
commercio e sulla base dell' eguaglianza formale, il diritto
commerciale man mano si oggettivizza. nel secolo ventesimo, poi, si
completa la maturazione del capitalismo e la commercializzazione del
diritto privato. tuttavia il processo di maturazione non e' eguale
ovunque, e come tutte le precedenti tappe dell' evoluzione economica
e giuridica, ha in se' spesso violente contraddizioni. i paesi
socialisti dell' est europeo e asiatico abbattono il capitalismo ed
escludono, almeno in tesi, la necessita' di un diritto commerciale
"classico". l' a. conclude la sua indagine occupandosi dell'
evoluzione del diritto commerciale in italia attraverso le esperienze
prefasciste, nazionaliste e contemporanee nelle quali ultime si pone
la nuova realta' della carta costituzionale. attualmente lo studioso
del diritto commerciale deve esaminare la complessa realta' composta
dal codice del 1942 (e leggi complementari), dalla costituzione,
dalle leggi speciali, dal diritto comunitario, dalla programmazione
economica nazionale. infine l' a. afferma che pur nella profonda
evoluzione che ha subito e tuttora subisce, il capitalismo italiano
ha conservato intatte le strutture portanti del proprio ordinamento
economico-giuridico.
| |