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109248
IDG760601693
76.06.01693 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
di martino patrizia
la responsabilita' del terzo "complice" nell' inadempimento contrattuale
Riv. trim. dir. proc. civ., an. 29 (1975), fasc. 4, pag. 1356-1420
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d30606; d3053
teorico-sistematico
casistica; comparatistica
a parere dell' a., porsi il problema dell' ammissibilita' del terzo "complice" dell' inadempimento contrattuale significa domandarsi se il titolare di un diritto di credito avente fonte contrattuale, in caso d' inadempimento, possa rivalersi, oltre che verso il debitore, anche nei confronti del terzo che lo abbia indotto e facilitato a non adempiere, concludendo un contratto incompatibile con il vincolo precedente. l' a. compie l' indagine preposta attraverso il rilevamento degli indici normativi rinvenibili non soltanto nell' ambito del codice civile ma anche in altre branche, quale, ad esempio, il diritto penale. egli inoltre utilizza anche l' esame comparatistico, interessandosi delle esperienze francese, tedesca e anglo americana. alcune conclusioni avanzate dall' a. sul tema sono: innanzitutto, la configurabilita' concreta della fattispecie in esame -di cui l' a. porta molteplici esempi-; la mancanza di sicuri indici normativi che consentano di negare o affermare la tutela aquiliana del creditore nei confronti del terzo "complice" nell' inadempimento contrattuale; tuttavia l' esistenza di talune tendenze cui deve essere necessariamente informata la soluzione del problema in esame. tali tendenze possono riassumersi in quella volta a non intralciare i traffici e in quella diretta a colpire, quando possibile, la mala fede. per la prima tendenza, l' interesse collettivo, individuato nell' esigenza di non determinare una restrizione dell' iniziativa economica e in particolare della concorrenza (tutela del normale svolgimento dei traffici), diventa criterio di valutazione dell' ingiustizia del danno. inoltre, il "terzo complice" risponde soltanto a titolo di dolo, fatta eccezione per la normale applicabilita' della norma sull' ingiustificato arricchimento. altri criteri di valutazione dell' ingiustizia del danno sono lo scopo che anima l' agente e il rapporto esistente fra la condotta del terzo e l' incidenza che essa determina sul rischio assunto dal creditore col contratto.
art. 2055 c.c. art. 2644 c.c. art. 1380 c.c. art. 1458 c.c. art. 1189 c.c. art. 2901 c.c. art. 2038 c.c. art. 10 c.p.
Scuola perf. dir. civile - Univ. Camerino



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