| i tentativi di staccarsi da una visione patrimonialistica ed
individuare "il nuovo ruolo del diritto civile" non possono andare a
buon fine se si riconosce tutela all' interesse soltanto la' dove vi
e' un' azione e quindi la possibilita' di un processo, elaborando le
c.d. situazioni soggettive soltanto sulla base di quelle
patrimoniali. anche il ricorso alla costituzione e' inutile se in
essa si evidenziano gli istituti a carattere patrimoniale trascurando
quelli cui tale carattere e' estraneo. se e' giusto partire da un'
individuazione dei bisogni, la scelta di priorita' deve essere
compiuta sulla base dei valori costituzionalmente rilevanti, primi
fra tutti la tutela della persona e del suo sviluppo. risulta
necessaria la rilettura delle leggi alla luce dei principi
costituzionali, e non il contrario, come spesso avviene. la
proprieta' e l' iniziativa privata appaiono come un fenomeno
unitario, funzionalizzato allo sviluppo della persona e non all'
efficienza e alla produzione. il problema cardine e' la realizzazione
di una giustizia distributiva che consenta di superare anche la
disparita' di trattamento tra attivita' agricola e industriale.
alcune agevolazioni non si giustificano piu' alla luce della
costituzione. come e' stata realizzata una riforma fondiaria,
indirizzata a quella agraria, cosi' i giuristi potrebbero realizzare
una riforma urbana soltanto volendo applicare alcune norme e principi
costituzionali previsti per la grande proprieta' terriera. il
problema non e' soltanto di tutela, e di azione, ma di meritevolezza
di tutela con tre aspetti piu' importanti: funzionalizzazione delle
situazioni soggettive patrimoniali a quelle esistenziali; giudizio di
meritevolezza non solo degli atti di autonomia privata, ma dell'
attivita' e dell' istituto; riclassificazione delle norme ordinarie
alla luce della costituzione. trovano cosi' nuove soluzioni alcuni
problemi quali la diligenza del prestatore di lavoro, l'
interdizione, l' inabilitazione o la tutela della riservatezza, il
principio di democraticita'. il civilista, in questo momento storico,
piu' che continuare l' incessante costruzione di una "teoria
generale", piu' che la sintesi deve operare l' analisi, con
atteggiamento piu' umile, ma certamente piu' utile.
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