| scopo della presente ricerca e' quello di verificare se l' attuale
ordinamento italiano, statale e regionale, abbia espresso una
preferenza tra il sistema di voto di tipo palese o segreto. a tal
fine l' a., dopo aver ricordato il favore accordato dal vecchio
sistema parlamentare al voto segreto, passa ad esaminare le attuali
norme costituzionali, i regolamenti interni della camera e del
senato, le norme in materia di voto poste negli statuti delle regioni
ad autonomia ordinaria e nei relativi regolamenti interni consiliari,
gli ordinamenti delle regioni ad autonomia speciale. osserva cosi'
che nell' ordinamento italiano si puo' individuare un primo momento
(quello della restaurazione democratica), caratterizzato da un'
adesione pressocche' totale a quanto gia' disposto dai regolamenti e
dalla prassi del parlamento regio, e un secondo periodo (quello
contemporaneo, degli anni settanta) caratterizzato invece da una
larga introduzione del principio del voto palese nelle deliberazioni
delle assemblee legislative. l' a. conclude affermando che, se il
voto segreto offre la massima garanzia di indipendenza di giudizio al
votante, esso altresi' finisce col favorire gli aspetti deteriori del
parlamentarismo e che, al contrario, l' assunzione pubblica delle
proprie responsabilita', tramite il voto palese, e' un valido
strumento moralizzatore del sistema parlamentare. il mantenimentto
dello scrutinio segreto e' percio' antistorico ed in fase di
superamento, oltre che contrastante con i principi essenziali di un
ordinamento democratico a partecipazione popolare quale e',
tendenzialmente, quello repubblicano italiano attuale.
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