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| IDG760601131 | |
| 76.06.01131 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| gentili aurelio
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| proporzionalita' della retribuzione e "sfruttamento antisociale" del
lavoro
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| nota a cass. sez. ii 14 gennaio 1972, n. 114
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| Giur. it., an. 124 (1972), fasc. 12, pt. 1a, pag. 1941-1956
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d7440
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| pratico
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| formale
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| l' a. sostiene che il criterio della proporzionalita' esprime l'
esigenza di ragguagliare la retribuzione ad un valore relativo ma
costante, vale a dire un valore che non puo' mancare ma la cui misura
e' variabile, mutando secondo le caratteristiche dell' attivita'
espletata. siffatta variabilita' va rintracciata nella quantita' e
qualita' del lavoro prestato, ma non va misurata secondo il metro di
valutazione dell' accordo delle parti, cioe' il contratto individuale
di lavoro, perche' a questa stregua, stante l' ineguaglianza
sostanziale di esse, non potrebbe scaturirne l' individuazione di un
giusto prezzo. tutto cio', sostiene ancora l' a., deriva dal fatto
che, il costituente introducendo il criterio della proporzionalita',
ha effettuato una ricognizione della realta' sociale e ha adottato e
fatto proprio il criterio secondo il quale l' utilita' alla quale va
riportato il valore del lavoro e' l' utilita' sociale: una
prestazione lavorativa, cioe', non vale per cio' che concretamente
rende alla controparte che se ne appropria bensi' per cio' che rende
alla collettivita' che se ne avvantaggia.
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| art. 36 cost.
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| Scuola perf. dir. civile - Univ. Camerino
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