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| IDG781303533 | |
| 78.13.03533 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| gattullo mario
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| l' universita' punto per punto. storia, modifiche, contenuti del
decreto pedini
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| Manifesto, an. 8 (1978), fasc. 285 (7 dicembre), pag. 4
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| d18420
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| (Sommario: nato male, aggiustato peggio e speriamo domani bocciato.
il decreto che ha tolto la pace a precari e baroni)
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| (Titoletti: le condizioni di lavoro dei docenti. come si e' giunti
alla situazione attuale. le proposte per superare la situazione
attuale. che fine ha fatto il docente unico? il decreto pedini. la
forma giuridica del decreto. le reazioni baronali. le reazioni dei
precari. il voto del senato. e la riforma?)
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| l' a. afferma che il lavoro dei docenti universitari e'
caratterizzato da quattro elementi. il primo e' la loro
stratificazione in professori ordinari, intermedi, precari (con
relative distinzioni per ogni strato). il secondo e' il tipo di
rapporto di lavoro: il ruolo, la stabilizzazione, il precariato. il
terzo e' il potere organizzativo in fatto di insegnamento e di
ricerca, proporzionale al livello. il quarto elemento e' la
compatibilita' del lavoro di ordinari e intermedi con responsabilita'
in campo pubblico e privato. l' a. rileva che la situazione attuale
e' caratterizzata da tre elementi: la quantita' dei docenti (piu' di
45 mila); la chiusura dei canali ascensionali interni all'
istituzione; l' incremento numerico del personale precario. le
proposte piu' rilevanti prevedevano due ruoli (psi e governo) o due
fasce di un unico ruolo di docente (pci): l' ordinario e l'
associato. il psi si batteva per il mantenimento, a esaurimento, del
ruolo dell' assistente. per i precari, il pci e il governo
proponevano concorsi al ruolo dell' associato; il psi suggeriva
concorsi al ruolo dell' assistente; i sindacati confederali
concordavano col governo 13000 concorsi al ruolo dell' associato. nel
considerare come si sia perso il concetto del docente unico, l' a.
rileva che bisogna tenere conto dei seguenti elementi: l' ideologia
egualitaria degli anni a cavallo del '68; l' idea che il lavoro nell'
universita' avesse bisogno di un tirocinio speciale; il numero
crescente di precari; l' agganciamento della retribuzione dei
professori ordinari all' alta dirigenza. circa il decreto pedini, l'
a. sotiene che di esso sono positive le proposte generali: riduzione
delle figure docenti; tempo pieno, incompatibilita'. criticabili,
invece, secondo l' a., le modalita' di attuazione. l' a. afferma che
il decreto e' aberrante e non rientra nei casi di urgenza previsti
dall' art. 77 (ii comma) della costituzione; esso viene fatto
abilmente passare per un disegno di legge. il decreto ha suscitato le
reazioni dei cosiddetti baroni (intenzionati ad affossare i principi
di incompatibilita' e tempo pieno) e dei precari (contrari al ruolo
dell' aggiunto). l' a. afferma che le reazioni baronali hanno
introdotto peggioramenti nel decreto, accettati poi dal voto del
senato. tali reazioni tendono a bloccare la riforma universitaria; l'
a. conclude auspicando che sia invece possibile affrontare i problemi
di tale riforma e il nodo dello stato giuridico dei docenti.
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| d.l. 21 ottobre 1978, n. 642
art. 77 comma 2 cost.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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