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112344
IDG770601057
77.06.01057 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
rusciano mario
sindacato e pubblica amministrazione
relazione al seminario "sindacati, istituzioni, sistema politico" dell' istituto feltrinelli, milano, 23 aprile 1976
Riv. trim. dir. proc. civ., an. 30 (1976), fasc. 4, pag. 1555-1584
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d71103
critico-sociologico
politica
nel delineare sinteticamente il profilo storico del sistema di relazioni tra sindacato e pubblica amministrazione, l' a. inizia l' analisi partendo dalla caduta del fascismo. individua la caratteristica peculiare della pubblica amministrazione, in quel periodo, in una settorializzazione quanto mai accentuata. rileva, inoltre, come la negoziazione dell' estensibilita' ai dipendenti pubblici delle norme costituzionali a tutela dei lavoratori subordinati e soprattutto di quelle sulla liberta' sindacale e sullo sciopero abbia determinato inevitabilmente l' isolamento del settore pubblico dalle strategie rivendicative del movimento operaio; isolamento ancora di piu' acuito dal sorgere del sindacalismo c.d. autonomo nel pubblico impiego, di quel sindacalismo, cioe', che secondo i suoi promotori non fa politica, ma difende gli interessi veramente professionali dei lavoratori. prosegue l' a. osservando come la politica rivendicativa dei sindacati autonomi, caratterizzata da richieste settoriali di natura economica, oltre che aumentare il divario tra lavoratori pubblici e privati, abbia finito per creare gravi sperequazioni all' interno della stessa categoria del pubblico impiego. e' in questo clima di divisione del movimento sindacale che, negli anni 50, vengono emanate le leggi sul nuovo stato giuridico degli impiegati statali, che eludono completamente la soluzione del problema della riforma strutturale del potere pubblico, lasciando le cose sostanzialmente immutate. neppure la svolta degli anni 60 produce dei grossi effetti sulla politica sindacale nei confronti della pubblica amministrazione, e cio' perche', sostiene l' a., il sindacalismo nel pubblico impiego si sviluppa come esigenza collaterale rispetto alla condizione professionale complessiva dei pubblici dipendenti e persegue obbiettivi non gia' di emancipazione professionale quanto piuttosto di stabilizzazione dei fattori operanti nelle strutture pubbliche e di perpetuazione di privilegi normativi e sociali. positivo e' il giudizio dell' a. riguardo alla recente azione nel pubblico impiego dei sindacati confederali. a questi riconosce il merito di aver introdotto nel settore pubblico la contrattazione collettiva, non solo quale strumento di regolamentazione dello stato giuridico ed economico del personale, ma anche come meccanismo idoneo a realizzare modificazioni e modelli organizzativi delle strutture pubbliche. l' a. non si nasconde, pero', che la contrattazione collettiva (la cui regolamentazione deve pur sempre essere recepita in un atto formale ed unilaterale della pubblica amministrazione per avere efficacia nel settore pubblico) non puo' essere considerata l' unico strumento di riforma, essendo comunque necessario investire il parlamento delle relative scelte e responsabilita' politiche.
art. 39 cost. art. 40 cost. art. 97 cost.
Scuola perf. dir. civile - Univ. Camerino



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