| nel delineare sinteticamente il profilo storico del sistema di
relazioni tra sindacato e pubblica amministrazione, l' a. inizia l'
analisi partendo dalla caduta del fascismo. individua la
caratteristica peculiare della pubblica amministrazione, in quel
periodo, in una settorializzazione quanto mai accentuata. rileva,
inoltre, come la negoziazione dell' estensibilita' ai dipendenti
pubblici delle norme costituzionali a tutela dei lavoratori
subordinati e soprattutto di quelle sulla liberta' sindacale e sullo
sciopero abbia determinato inevitabilmente l' isolamento del settore
pubblico dalle strategie rivendicative del movimento operaio;
isolamento ancora di piu' acuito dal sorgere del sindacalismo c.d.
autonomo nel pubblico impiego, di quel sindacalismo, cioe', che
secondo i suoi promotori non fa politica, ma difende gli interessi
veramente professionali dei lavoratori. prosegue l' a. osservando
come la politica rivendicativa dei sindacati autonomi, caratterizzata
da richieste settoriali di natura economica, oltre che aumentare il
divario tra lavoratori pubblici e privati, abbia finito per creare
gravi sperequazioni all' interno della stessa categoria del pubblico
impiego. e' in questo clima di divisione del movimento sindacale che,
negli anni 50, vengono emanate le leggi sul nuovo stato giuridico
degli impiegati statali, che eludono completamente la soluzione del
problema della riforma strutturale del potere pubblico, lasciando le
cose sostanzialmente immutate. neppure la svolta degli anni 60
produce dei grossi effetti sulla politica sindacale nei confronti
della pubblica amministrazione, e cio' perche', sostiene l' a., il
sindacalismo nel pubblico impiego si sviluppa come esigenza
collaterale rispetto alla condizione professionale complessiva dei
pubblici dipendenti e persegue obbiettivi non gia' di emancipazione
professionale quanto piuttosto di stabilizzazione dei fattori
operanti nelle strutture pubbliche e di perpetuazione di privilegi
normativi e sociali. positivo e' il giudizio dell' a. riguardo alla
recente azione nel pubblico impiego dei sindacati confederali. a
questi riconosce il merito di aver introdotto nel settore pubblico la
contrattazione collettiva, non solo quale strumento di
regolamentazione dello stato giuridico ed economico del personale, ma
anche come meccanismo idoneo a realizzare modificazioni e modelli
organizzativi delle strutture pubbliche. l' a. non si nasconde,
pero', che la contrattazione collettiva (la cui regolamentazione deve
pur sempre essere recepita in un atto formale ed unilaterale della
pubblica amministrazione per avere efficacia nel settore pubblico)
non puo' essere considerata l' unico strumento di riforma, essendo
comunque necessario investire il parlamento delle relative scelte e
responsabilita' politiche.
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