| l' a. intende dimostrare l' esistenza di un filo logico che muovendo
dall' illuminismo arriva ai nostri giorni. questo elemento conduttore
e', per l' a., il concetto di ragione ed il ruolo che ad essa si
vuole attribuire per salvare l' uomo dalla crisi. l' illuminismo
infatti, pur avvertendo la crisi dell' uomo moderno, ritenne che la
ragione fosse in grado di risolverla. hegel tuttavia denuncio' il
fallimento dell' illuminismo, che aveva finito col creare una
scissione tra fede e ragione, e cerco' di operare la riconciliazione.
ma la riconciliazione cui giunge hegel fu avvertita dai suoi
successori come una pseudo riconciliazione, che non risolveva la
crisi. kierkegaard ne denuncio' il fallimento sul piano della
religione, marx su quello dello stato, con marx infine la ragione
diviene ragione pratica e la critica diventa prassi rivoluzionaria.
tuttavia la critica di marx, rileva l' a., non e' radicale fino in
fondo, perche' quando marx afferma che l' uomo e' radice e fondamento
sopprime la domanda sulla natura di questo fondamento. coerentemente
a questa assenza di chiarificazione si produce una critica senza piu'
criteri e correlativamente un' assolutizzazione della negativita', la
quale da momento della ragione dialettica finisce coll' identificarsi
con essa. e' questo cio' che l' a. rileva tra i rappresentanti della
scuola di francoforte e dell' ideologia dell' ultrasinistra, per i
quali la ragione ormai viene ad identificarsi con la negativita'.
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