| l' a. intende dimostrare che la sessualita' oggi e' il piu'
importante mito politico tra quelli diffusi dalla societa'
industriale. per far questo l' a. si sofferma in un primo momento
sulla "religione secolare" e sulla secolarizzazione che e' il suo
sostrato. in ogni religione secolare, sostiene l' a., e' implicito il
principio rivoluzionario, intendendo con quest' ultimo l' assioma
sulle capacita' dell' uomo di stravolgere l' ordine del mondo,
garantendo la possibilita' di raggiungere la liberazione
"escatologica". il principio rivoluzionario presuppone inoltre l'
idea dell' innocenza personale dell' uomo per quanto concerne il
male, che viene invece fatto derivare solo dalla societa'. guidato
allora dal principio di innocenza il mito della rivoluzione sbocca
nel sogno profetico di una societa' che non ha piu' nulla di
"pubblico". infatti, spiega l' a., assegnare alla rivoluzione, come
suo scopo primario, la liberazione della volonta' di potenza
(nietzsche) o l' autarchia della capacita' e dei bisogni di ciascuno
(marx), significa attribuire la supremazia a cio' che vi e' di piu'
personale; significa esaltare la sovranita' del "privato", che dovra'
ormai manifestarsi in "pubblico". la sfera del "pubblico" dovra'
essere allora il sostegno materiale di quella "privata" di cui dovra'
soddisfare i diritti. in tal modo e' aperta la via alla rivoluzione
sessuale, perche' dai bisogni ai desideri e dai desideri alle
pulsioni non vi e' che un passo.
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