| premesso che la costituzione, tracciando un disegno della societa'
indiscutibilmente pluralistico, ha imposto alla magistratura una
ideologia che non e' corporativistica ma codice di condotta coerente
alla funzione di imparzialita', l' a. osserva che finche' l'
opposizione di sinistra rappresentata in parlamento si e' sentita
idealmente fuori del sistema ha sviluppato una strategia intesa a
spostare il piu' possibile la pressione al di fuori degli organi
rappresentativi. pertanto, nel quadro di una simile strategia
minoritaria, occorreva acquisire l' aula di giustizia alle
rivendicazioni di classe, in modo approriato ma conforme all'
acquisizione della fabbrica e della piazza. da quando pero' il
processo di maturazione riformista di tutta la sinistra storica ha
portato ad abbandonare la concezione e la pratica minoritarie
risalenti alla iii internazionale, quella parte della magistratura
detta " democratica " deve necessariamente tornare ad abbracciare una
ideologia che e' diretta funzione del concetto di imparzialita' del
giudice. il " compromesso storico " dunque e' senz' altro emblematico
come svolta culturale in senso interclassista: una svolta rispetto
alla quale la pretesa di imporre al giudice " democratico " una
scelta di classe risulterebbe, ad avviso dell' a., definitivamente
spiazzata.
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