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114155
IDG770601037
77.06.01037 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
guastini riccardo
ross e i suoi interpreti italiani
Riv. trim. dir. proc. civ., an. 30 (1976), fasc. 3, pag. 1065-1077
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
f60; f61
divulgativo
formale
l' a. rileva come la letteratura su alf ross tenda a far risaltare, nelle teorie dello stesso, 2 problemi schiettamente collocati entro la cultura giusteorica normativistica: la "norma" e la "validita'"; laddove tali problemi sono assolutamente marginali nella elaborazione rossiana. cio', osserva l' a., fa si' che la teoria originale di ross sia messa in ombra e scada a mera variante del kelsenismo. propone, quindi, una riesposizione alternativa delle teorie di ross dalla quale risulta come questi muova da un terreno problematico del tutto diverso da quello del normativismo. infatti, prosegue l' a., le conclusioni cui ross giunge dimostrano che: "diritto" non e' pensabile al di fuori di un "apparato coercitivo" e che, pertanto, il "campo del diritto" non e' separato da quello della statualita' o politicita'; e, piu' in particolare, "diritto" non e' tanto cio' che regola l' agire dei privati, ma piuttosto cio' che regola (; organizza) il funzionamento della "staatsmaschine". le teorie rossiane, quindi, conclude l' a., lungi dall' esserne una variante mettono in discussione la teoria giuridica normativistica, tutta dedita a delimitare il diritto cosi' della morale come della politica, alla ricerca della "purezza".
Scuola perf. dir. civile - Univ. Camerino



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