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117032
IDG770400068
77.04.00068 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
d' onofrio francesco
proprio il fermo di polizia?
Studi catt., an. 19 (1975), fasc. 169-170, pag. 168-171
d6111
l' a., analizzando la situazione attuale, nota come la violenza che appare all' esterno e' solo l' assetto d' urto di tutta una serie di violenze perpetrate in silenzio ma con continuita'. tra tali violenze sotterranee, ma non per questo meno aberranti, l' a. elenca la poverta', il diniego di posti di lavoro per discriminazioni sociali, il cinico insabbiamento di tutti i processi per scandali. il motivo profondo di questo stato di cose e' ravvisato dall' a. nell' aver smarrito quella dimensione autenticamente pluralista, che la costituzione aveva inteso salvaguardare. il costituente infatti, mantenendo nella costituzione le tre componenti socialista, liberale e cattolica, aveva inteso proiettare nelle istituzioni un pluralismo vero che le salvaguardasse da unilateralismi fanatici. ritornando allora al problema particolare del fermo di polizia, e' necessario considerarlo in una prospettiva piu' ampia. e' vero infatti, come hanno affermato numerosi costituzionalisti, che la nostra costituzione ne consentirebbe l' adozione, condizionata pero', in base all' art. 13, dalla previsione dei "casi eccezionali di necessita' ed urgenza". questo e' lo scoglio insuperabile, per l' a., se non si vuole fare piombare l' italia nell' atmosfera di uno stato dittatoriale. d' altra parte l' a. ritiene che la crisi dell' autorita', che e' la matrice vera di tutte le violenze manifeste o nascoste, non si risolve certamente con qualche potere in piu' alla polizia. la crisi dell' autorita' non e' crisi di una forma giuridica, bensi' e' una crisi morale.
Ist. filosofia del diritto - Univ. FI PV ROMA



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