| l' a. si riferisce inizialmente alle analisi di e. fromm che ha
denunciato la confusione oggi dominante fra "sicurezza psichica e
sicurezza economica". e' proprio all' interno dell' azienda
industriale moderna che si sperimenta questa confusione. l'
industrializzazione infatti ha inaugurato una nuova condizione
esistenziale dell' uomo, introducendo per la prima volta nella storia
il concetto di "ruolo". l' azienda allora, secondo l' a., e'
strutturalmente un fatto patologico, cioe' una "malattia". la
presenza infatti in essa dei tre elementi, congeniti al lavoro
industriale, della costrizione, della obbligazione e della
disciplina, impone all' individuo uno sforzo costante di
sottomissione ed adattamento ad esigenze a lui esterne e gli fa
perdere la dimensione interiore del lavoro come autorealizzazione. in
tal modo l' uomo oscilla tra il piano del "fuori" e quello del
"dentro" che progressivamente viene fagocitato dal primo. allora il
dilemma che si pone l' a. e' questo: o si trasforma la "malattia"
azienda in salute, oppure si giungera' alla catastrofe psichica degli
individui. e' necessaria allora una rifondazione antropologica dell'
azienda, ma far cio' comporta rifondare la struttura aziendale e l'
intero sistema che sta alla sua base. e' necessario cioe', conclude
l' a., rivedere globalmente quello spirito cartesiano che presiede la
nostra societa' attuale.
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