| per l' a. lo sforzo di piovani si inserisce nell' orientamento
filosofico contemporaneo di porre la morale nell' ambito del concreto
orizzonte antropologico, ossia di individuare dei principi morali
capaci di fornire delle direttive all' azione dell' uomo
contemporaneo. a tal fine piovani ha tenuto conto dei piu' recenti
apporti della psicologia e della storia. l' a. si sofferma sull'
affermazione di piovani che considera l' uomo come "un volente non
volutosi". il soggetto quando, anziche' rimanere nell' ambito della
sua coscienzialita', discende nei meandri dell' inconscio trova un
limite alla sua soggettivita'. la soggettivita' cioe', che ormai si
qualifica come un farsi, incontra il suo essersi data, da lei non
voluto, come limite originario. il suo primo darsi cioe' non
appartiene al suo stesso farsi. coll' avvertenza di questo limite la
soggettivita', continua l' a., sperimenta la sua impossibilita' a
vivere la soggettivita' assoluta, il fatto stesso di esistere e'
condizione sufficiente a che l' esistente si trovi alterizzato. da
cio' discende l' affermazione di piovani della coesistenzialita' come
direttamente connessa con l' esistenza: "se esisto, coesisto". la
coesistenza si pone allora come dovere, il dovere diviene l'
assunzione della consapevolezza del proprio esistere come coesistere.
nella scoperta del dovere del suo coesistere l' esistente "si fa"
persona. l' a. insiste qui sul significato nuovo che in piovani ha
acquistato la personalita'. la persona diviene il risultato di un
formarsi consapevole, di una dinamicita' psicologica. in tal modo
piovani sfugge, secondo l' a., al personalismo tradizionale che
tendeva invece a sostanzializzare la persona. a questo dinamismo
personalitario si lega l' affermazione di piovani del rispetto come
il solo ambito di espansione della persona. il rispetto cioe' e' per
piovani il fattore etico primario in quanto e' il solo in grado di
garantire l' esistere come coesistere.
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