| l' a. ritiene inesatta quella concezione, propria sopratutto della
recente dottrina anglosassone, che accomuna la posizione filosofica
di platone ed aristotele e concorda invece con la tradizione di un
aristotele antiplatonico, particolarmente per quanto concerne la
visione dello stato. se si colloca aristotele all' interno delle
concezioni del suo tempo, ci si avvede di come il suo intento fosse
quello di combattere il totalitarismo imperante. l' a. infatti,
premesso come il totalitarismo non coincida necessariamente con una
forma di governo, ritiene che la concezione greca della polis fosse
al fondo totalitaria. nella polis greca infatti la vita intera del
cittadino era in funzionedello stato. in questo contesto totalitario
il problema di aristotele fu di reperire delle garanzie contro il
totalitarismo e cerco' queste garanzie su due direttive, da un lato
ponendo una norma trascendente rispetto allo stato, dall' altro
individuando un organo volto peculiarmente ad impedire gli abusi.
come norma trascendente aristotele ricorse alla legge naturale,
intesa in senso razionale-morale e come organo concreto contro gli
abusi del potere pose l' areopago, quale garante della tradizione.
aristotele pertanto, conclude l' a., pur se non riusci' a porsi del
tutto oltre la mentalita' del proprio tempo, tuttavia fu tutto teso
ad opporsi al mostro dello stato etico teorizzato da platone.
| |