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117061
IDG770400097
77.04.00097 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
fabbrini fabrizio
aristotele e il totalitarismo
Studium, an. 71 (1975), fasc. 4, pag. 517-528
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
f420
l' a. ritiene inesatta quella concezione, propria sopratutto della recente dottrina anglosassone, che accomuna la posizione filosofica di platone ed aristotele e concorda invece con la tradizione di un aristotele antiplatonico, particolarmente per quanto concerne la visione dello stato. se si colloca aristotele all' interno delle concezioni del suo tempo, ci si avvede di come il suo intento fosse quello di combattere il totalitarismo imperante. l' a. infatti, premesso come il totalitarismo non coincida necessariamente con una forma di governo, ritiene che la concezione greca della polis fosse al fondo totalitaria. nella polis greca infatti la vita intera del cittadino era in funzionedello stato. in questo contesto totalitario il problema di aristotele fu di reperire delle garanzie contro il totalitarismo e cerco' queste garanzie su due direttive, da un lato ponendo una norma trascendente rispetto allo stato, dall' altro individuando un organo volto peculiarmente ad impedire gli abusi. come norma trascendente aristotele ricorse alla legge naturale, intesa in senso razionale-morale e come organo concreto contro gli abusi del potere pose l' areopago, quale garante della tradizione. aristotele pertanto, conclude l' a., pur se non riusci' a porsi del tutto oltre la mentalita' del proprio tempo, tuttavia fu tutto teso ad opporsi al mostro dello stato etico teorizzato da platone.
Ist. filosofia del diritto - Univ. FI PV ROMA



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