| oggi si assiste, afferma l' a., ad una crescente e diffusa
accettazione sociale di quei comportamenti che prima la societa'
stessa spontaneamente relegava ai suoi margini. le cause di questo
venir meno del controllo sociale sono molteplici e tra queste, l' a.,
vede in prima linea l' equivoco determinatosi intorno al concetto di
pluralismo. questa espressione infatti pur se intende affermare che
inizialmente i valori debbono considerarsi su di un piano di parita',
non comporta pero' la medesima dignita' e l' identica validita' di
tutti, altrimenti non si tratterebbe piu' di pluralismo ma di mera
pluralita'. a questo equivoco di fondo si sono aggiunti altri fattori
che hanno accelerato il dilagare della morale permissiva. tra questi
sopratutto va annoverata, sostiene l' a., la crisi di credibilita'
che coinvolge ormai indistintamente tutti i regimi democratici.
questa crisi provoca una rivolta verso tutte le costrizioni dell'
agire umano che negano i dogmi dell' uguaglianza e della liberta'. e'
ovvio allora che in questa rivolta le prime ad essere prese di mira
siano le limitazioni derivanti dalle norme morali. un altro fattore
e' il consumismo esasperato in quanto esso, diffondendo l' abitudine
al consumo e familiarizzando con la pratica dell' acquisto, induce
facilmente a ritenere che tutto sia suscettibile di essere
acquistato. a questi fattori va aggiunta anche la "crisi del sacro",
con tutti i cambiamenti che essa comporta. la conclusione dell' a. e'
che, se si vuol giungere ad un superamento della morale permissiva,
e' necessario puntare piu' che sulle strutture, il cui potere di
costrizione e' stato ormai annullato, sulla riscoperta di valori che
non siano solo enunciati ma vengano vissuti in prima persona da
coloro che li professano.
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