| l' a. non condivide la visione tradizionale che separa logicamente e
cronologicamente il momento della interpretazione da quelli della
qualificazione e della sussunzione nella fattispecie astratta
prevista dalla norma. interpretazione e qualificazione sono due
momenti di un medesimo processo conoscitivo inteso a cogliere l' atto
nella sua realta' globale, economica, sociale, morale, giuridica. l'
oggetto dell' interpretazione non e' la volonta' psichica ne' il
regolamento socialmente rilevante, ma e' il contratto come realta'
sociale e giuridica ad un tempo. il problema sta nell' individuazione
della funzione pratica, sociale, giuridica del contratto. in tal modo
si supera la separazione tra fatto ed effetti; inoltre
interpretazione e qualificazione appaiono momenti di un procedimento
unitario teso a ricostruire cio' che e' avvenuto in una prospettiva
dinamica, cioe' rivolta alla fase attuativa. pertanto interpretazione
e qualificazione vanno compiute, per cosi' dire, in forma evolutiva,
vale a dire in modo da assicurare il costante adeguamento e la
congruenza continua dell' atto storicamente compiuto alla realta' del
momento della sua attuazione. inoltre, la qualificazione giuridica
dipende, oltre che dalla conoscenza dell' atto, dalla conoscenza
dell' ordinamento, cioe' della disciplina in base alla quale va
espresso il giudizio di qualificazione e di valutazione. tale
disciplina s' individua in funzione anche delle conseguenze
normative. si' che l' effetto si mostra come valore, come elemento
che induce alla scelta di una qualificazione anziche' di un' altra.
il fenomeno integrativo appare collegato piu' che al contratto, agli
effetti, cioe' al rapporto inteso come regolamento d' interessi.
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