| l' a. sostiene in questo saggio che le teorie generali del diritto
non sono mai pienamente riducibili, senza perdita di significato, a
sistemi di asserzioni, ma contengono sempre enunciati di forma
precettiva, lasciando quindi trasparire determinate ideologie
politiche o dottrine dello stato. considerato cio', l' a. studia le
argomentazioni sull' analogia e sulla completezza dell' ordinamento
giuridico proprie di 4 giuristi italiani della prima meta' del
secolo: donato donati ("il problema delle lacune dell' ordinamento
giuridico", 1910), giovanni brunetti ("sul valore del problema delle
lacune", 1913), santi romano ("osservazioni sulla completezza dell'
ordinamento statale", 1925) e norberto bobbio ("l' analogia nella
logica del diritto", 1938), tutti solidali - talora contro le proprie
intenzioni - nel valutare positivamente la subordinazione dell'
interprete al legislatore. l' a. conclude sostenendo che l'
ideologia, di stampo liberale, del "diritto certo" e della
completezza dell' ordinamento funziona come schema vuoto, che puo'
essere 'riempito' dei contenuti piu' svariati, a seconda delle
connotazioni del potere politico di volta in volta esistente.
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