| i vari contributi sono accomunati dal medesimo rifiuto alle attuali
forme di appartenenza sociale. se la societa' oggi non puo' esigere
una forte appartenenza lo si deve, secondo gli aa., alla sua
incapacita' ad esprimere una propria identita'. gli aa. offrono un
rapido quadro dell' evoluzione subita dalla societa' che, all' inizio
dell' epoca borghese, vedeva come proprio fine il singolo e la sua
proprieta'. l' evoluzione dell' economia di mercato, con le grandi
concentrazioni di proprieta', con l' introduzione delle macchine e
con la produzione di massa, ha portato a sostituire all' attivita'
concreta individuale il lavoro "astratto", rispondente cioe' ad un
bisogno universale. la societa', venutasi cosi' a porre come "sistema
dei bisogni" comporta da un lato la trasformazione dell' oggetto del
lavoro in merce e dall' altro l' universalizzazione del soggetto del
lavoro. in tal modo la societa' e' divenuta una totalita' che si
riproduce ed e' proprio la coscienza di cio' che le impedisce di
chiedere una identificazione con i propri valori. cio' si riflette
nelle teorie sociali e nelle teorie del diritto. queste tendono a
giustificare la realta' sociale "formalizzandola". la societa' non
appare in esse come insieme di contenuti ma come una procedura; cio'
significa dire che la societa' e' interessata soltanto a regolare gli
"atti" degli individui, ma non pretende di sindacare sul significato.
questa scissione fra l' azione ed il significato e' la causa
profonda, secondo gli aa., per la quale la societa' si trova
costretta a proporre i vari criteri di appartenenza solo in termini
di "ruolo". gli aa. esaminano poi alcuni modelli nei quali si e'
espresso il rifiuto dell' appartenenza sociale, a tal fine sono stati
scelti i testi di tre diversi movimenti: le acli, il manifesto, il
circolo citta'-campagna di cagliari.
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