| per marx la scissione degli interessi in interessi privati ed in
interessi comuni appare solo con la divisione del lavoro e scompare
con essa. tuttavia, fa notare l' a., entrambe le sfere di interessi
non sono cosi' antitetiche come potrebbero apparire. infatti, come
scrive lo stesso marx, i comunisti sono i soli ad avere scoperto che
nella storia "l' interesse generale" e' creato da individui
determinati in quanto "uomini privati". tale antitesi allora e' solo
apparente perche' uno dei lati, quello generale, e' continuamente
generato dall' altro, entrambi i due aspetti sono espressione dello
stesso sviluppo personale degli uomini. l' a. rileva successivamente
come la dottrina di marx, malgrado alcune espressioni favorevoli alla
persona, contenga una filosofia sociale profondamente sfavorevole
alla persona: questa e' la filosofia dell' "essere generico". l' uomo
infatti, dice marx, e' un essere che si rapporta al genere come alla
sua propria essenza, ma l' uomo individuale e' come tale privo della
sua essenza, che egli ritrova solo nella comunita'. questo medesimo
concetto e' impiegato anche nelle opere successive pur se in queste
e' espresso, anziche' nei termini filosofici di "essere generico", in
quelli di "forza-lavoro". marx pertanto giunge ad identificare
"umano" con "sociale". la conclusione dell' a. e' che la soluzione
prevista da marx per superare il "conflitto" tra individuo e genere
giunge di fatto, malgrado la proclamata intenzione a mutare
radicalmente i termini del problema, ad invertirli semplicemente.
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