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| IDG780900419 | |
| 78.09.00419 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| corso piero
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| nota a cass. sez. i pen. 7 febbraio 1977
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| Giur. it., an. 130 (1978), fasc. 1, pt. 2, pag. 7-8
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d02322; d60356; d644
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| l' a. annota una interessante decisione di legittimita' che coinvolge
tra l' altro alcuni aspetti del nuovo ordinamento penitenziario. in
primo luogo si afferma che contro il diniego del permesso di
colloquio ad un imputato detenuto non e' previsto alcun mezzo di
gravame ne' dall' art. 18 della legge 26 luglio 1975 n. 354 ne da
altra norma; anche perche' tale provvedimento di diniego (o di
concessione) del permesso di colloquio ad un imputato detenuto non
incide sulla liberta' personale, onde si appalesa inammissibile il
ricorso ex art. 190 codice procedura penale e 111 costituzione. in
secondo luogo si legge che il divieto posto dall' art. 135 del codice
di procedura penale e' applicabile anche ai casi in cui, pur dopo il
deposito degli atti ai sensi dell' art. 372 stesso codice, l'
imputato detenuto, per una qualsiasi ragione, non sia stato
interrogato. l' a. compie alcune considerazioni sulla piu' volte
dichiarata incompetenza della cassazione a conoscere o ad adottare
provvedimenti incidentali sull' amministrazione dei detenuti e
richiama ampiamente le posizioni della dottrina e della
giurisprudenza sui problemi affrontati nella sentenza che annota.
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| art. 111 cost.
l. 26 luglio 1975, n. 354
art. 135 c.p.p.
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| Ist. dir. penale - Univ. TO
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