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Stampa giuridica

Documento


122683
IDG780400732
78.04.00732 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
redazione
una legge barbara ed iniqua
Civ. catt., vol. 1, an. 128 (1977), fasc. 3039 (5 febbraio), pag. 209-217
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
f421; f425; d92527; d51800
prendendo lo spunto da alcune affermazioni di un quotidiano romano che qualifica la nuova legge sull' aborto, approvata alla camera, come una conquista di civilta' e di liberta', l' a. rileva che essa e' invece il trionfo della barbarie e del libertarismo individualistico ed edonistico, perche' cancella d' un colpo la piu' alta conquista civile, che e' l' inviolabile diritto alla vita per tutti, e consacra la prepotenza e l' egoismo dei piu' forti a danno dei piu' deboli tra i deboli della societa': i bambini non nati. l' a. rileva, poi, con stupore le reazioni di taluni partiti ed organi di stampa ad un telegramma inviato dal consiglio permanente della cei alle piu' alte autorita' dello stato italiano, osservando che nell' attacco ai vescovi si sono distinti i cattolici del dissenso. dopo aver posto in risalto la concezione libertaria che e' alla base della nuova legge ed aver espresso meraviglia per il comportamento dei cattolici eletti come indipendenti nelle liste del pci, l' a. osserva che la giustificazione addotta per approvare la legge sull' aborto, la necessita' di eliminare la piaga degli aborti clandestini, non regge, poiche' quella piaga non si sana legalizzando l' aborto, ma creando quelle condizioni sociali ed economiche che consentono alla donna di portare a termine la propria maternita' senza l' incubo di difficolta' insormontabili. augurandosi, infine, che il senato riesamini tutta la questione dell' aborto con maggiore ponderatezza, l' a. osserva che se la legge dovesse essere approvata definitivamente nel testo attuale, di porrebbero per i cattolici gravissimi problemi di coscienza.
Ist. filosofia del diritto - Univ. FI PV ROMA



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