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| IDG780900543 | |
| 78.09.00543 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| ferrajoli luigi; zolo danilo
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| marxismo e questione criminale
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| Quest. crim., an. 3 (1977), fasc. 1, pag. 97-133
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| d59
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| gli aa. tentano di rispondere a 2 questioni: si possono reperire
nella produzione di marx gli elementi di una dottrina
"materialistica" della devianza, capace di esplicare il fenomeno nei
termini in cui si manifesta nelle societa' capitalistiche avanzate? e
ancora: si possono tracciare indicazioni strategiche di politica
criminale nella prospettiva della transizione al socialismo? in primo
luogo gli aa. rilevano come l' analisi marxista offra certamente
alcuni elementi indispensabili alla spiegazione del fenomeno
criminoso, insufficienti, tuttavia, alla comprensione globale del
fenomeno della devianza. una teoria "materialistica" della
criminalita' ancorata esclusivamente ai classici del marxismo
andrebbe incontro a 2 rischi: in primo luogo una riduzione
meccanicistica del fenomeno criminoso ai rapporti di produzione
capitalistici, in secondo luogo l' affermazione della cessazione di
ogni conflitto, e quindi della devianza, nella futura societa'
socialista. dalla riflessione marxista possono ricavarsi 3
indicazioni teoriche fondamentali: a) riconoscimento che i moderni
processi criminogeni hanno radici strutturali; b) critica al processo
di criminalizzazione che parte dal principio cristiano e borghese del
libero arbitrio e che si traduce nel concetto di colpevolezza intesa
come "coscienza e volonta'" del delitto; c) necessita' di intervenire
sulle matrici "antisociali" della devianza (ambiente sociale e
strutture economiche che condizionano l' agire umano). sulla base di
tali indicazioni gli aa. formulano 4 ipotesi per una politica
criminale del movimento operaio.
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| Ist. dir. penale - Univ. TO
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