| l' a. offre alcuni spunti per la discussione del libro di m.
foucault, sorvegliare e punire, nascita della prigionia, torino,
1976, che tanta eco ha avuto all' interno del dibattito in corso
sull' emarginazione e sul carcere. un primo aspetto dell' opera viene
individuato nella considerazione del carcere quale istituzione quasi
autonoma ed indipendente sia dall' ordinamento giuridico, e in
particolare dal diritto criminale, sia dall' attivita' svolta dai
giuristi: si tratta di una particolare scelta metodologica che si
innesta nel caratteristico procedere dell' analisi foucaultiana. l'
a., in proposito, rileva come foucault rifiuti 1 la storia intesa
come ricostruzione delle dinamiche reali, delle interpretazioni delle
singole epoche, dei collegamenti con i rapporti di produzione, per
compiere, piuttosto, un' opera di geologia storica tesa a riportare
alla luce gli strati attraverso i quali si e' giunti all' attuale
dimensione carceraria. gli strumenti logici e persuasivi preferiti da
foucault, come sottolinea l' a., sono la metafora, l' ambiguita' in
funzione retorica, le coppie, il rovesciamento, gli schiacciamenti e
le concentrazioni degli spessori temporali dell' evoluzione storica.
l' a. conclude sottolineando come l' opera di foucault sia veramente
fondamentale e ricca di spunti per indagini future, soprattutto in
riferimento alle nozioni di disciplina e di illegalismo.
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